venerdì 16 dicembre 2011

Il debito pubblico (imbroglio) parte 2

E’ un bene che il popolo non comprenda del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina.
(Herry Ford, 1863-1947).

La società di oggi è composta da una serie d’istituzioni, dalle istituzioni politiche a quelle giuridiche a quelle religiose. E’ ovvia la profonda influenza che queste sovra strutture hanno nel dare forma ai nostri giudizi e alle nostre opinioni. Fra tutte le istituzioni sociali da cui siamo diretti e condizionati fin dalla nascita, non sembra esserci nessun sistema dato per scontato e così poco compreso come quello monetario. Anche in periodi in profonda crisi economica, quando sarebbe leggittimo dubitare della loro funzionalità, le istituzioni monetarie continuano ad esistere come una sorta di dogma, un dogma fra i più forti mai esistiti.
Ma in un mondo in cui l’1% della popolazione possiede il 40% della ricchezza planetaria, in un mondo in cui 34.000 bambini muoiono ogni giorno per povertà e prevedibili malattie, dove il 50% della popolazione vive con meno di 2 € al giorno e dove la restante classe media assiste quotidianamente al proprio impoverimento, una cosa è chiara: c’è qualcosa di profondamente sbagliato.
Il denaro è il sangue che da vita a tutte le nostre istituzioni, ma ha domanda quali “chi crea il denaro? In base a cosa lo crea? cos’è il debito pubblico? Chi è il creditore di questo debito” Hanno risposte trascurate dalla maggior parte della popolazione. Sfortunatamente infatti, l’economia ha i suoi processi tecnici appaiono caotici e nogliosi, e lo scorrere di notizie in gergo economico insieme a incomprensibili grafici, sigle e percentuali sono un ottimo deterrente al suo studio. La realtà è che la complessità associata al sistema finanziario è soltanto una maschera. Una maschera progettata per nascondere uno dei meccanismi socialmente più paralizzanti che l’umanità abbia mai introdotto.
Il denaro sotto forma di moneta metallica nacque per semplificare gli scambi di beni, sostituendosi lentamente alla pratica del baratto; ossia allo scambio diretto di merci. Queste monete metalliche coniate dal re o l’imperatore di turno erano per la maggiore parte prodotte in oro o argento, quindi avendo un valore fisico, ben si prestavano di favorire gli scambi e semplificare i commerci. Ecco la nascita delle prime banche private, custodi dell’oro e degli altri oggetti preziosi del cliente. Esse rilasciavano in cambio del deposito una ricevuta (la nota di banco) che certificava l’esistenza del deposito stesso.Per alcuni anni questo rimase il meccanismo di creazione del denaro. Ad ogni banconota corrispondeva un valore equivalente in oro depositato in qualche banca. Prendiamo ad esempio la banconotan più famosa di tutte , il dollaro. Fino al 1933 su qualsiasi banconota di un dollaro si poteva leggere “COVERTIBILE IN ORO” E’ importante sottolineare, che con poche eccezioni tra le economie occidentali; le banche mantengono ancora oggi la loro natura, il controllo da parte di privati. La FED (Federal Reserve) è la banca centrale americana, ed è privata sia nella forma che nella sostanza. Cosa dire della nostra banca d’Italia. La banca d’Italia è parte del sistema europeo di banche centrali, e possiede il 14% della banca centrale europea (BCE). Agendo per conto della stessa, la possiamo identificare come una propria filiale della BCE. Nel sito ufficiale essa si descrive Istituto di diritto pubblico, ma attenzione pubblico non significa statale, pubblico significa che le partecipazioni e le quote della banca sono aperte al pubblico. Chi ha in mano queste quote? La risposta è tra i dati forniti dalla banca stessa; leggiamo che tolte le quote appartenenti all’INPS e INAIL il restante è in mano ad S.P.A. private.
  • Gruppo Intesa S. Paolo - 44,25%
  • Gruppo Capitalia Unicredito - 22,12%;
  • Banca Carige - 3,96%;
  • Banca Nazionale del Lavoro - 2,83%;
  • Monte Paschi di Siena - 2,50%;
  • Cassa di Risparmio di Firenze - 1,85%;
  • Gruppo Banca Popolare Italiana - 1,23%;
  • Assicurazioni Generali - 6,33%;
  • RAS Assicurazioni - 1,33%;
  • altri soci (ma chi sono?) - 7,93%;
  • Inps - 5,00%;
  • Inail - 0,67%.
 Leggendo gli articoli riportati sullo statuto troviamo che gli stessi proprietari eleggono un consiglio superiore il quale addirittura indica al consiglio dei ministri chi sia gradito come governatore della banca, ottenendo così proprietà in quote, amministrazione e controllo della banca stessa. Ma la banca d’Italia non risponde delle sue azioni al Parlamento? Da questo decreto del 2006 leggiamo che l’attuale obbligo si limita nel trasmetter al Parlamento una relazione sull’attività svolta. Abbiamo messo sul tavolo solo il primo pezzo del puzzle e già il quadro generale si prospetta preoccupante. Le istituzione che in Italia, come in America e come nella maggior parte dell’economie occidentali son preposte alla stampa e all’emissione di denaro, non sono statali come sarebbe logico fossero, sono istituzioni controllate da privati. Torniamo all’esame del dollaro americano e vediamo cosa sia successo effettivamente nel 1933. L’America vive da più di 3 anni un momento di forte depressione e collasso economico. Per la FED il momento è propizio per solidificare il suo potere acquisendo le banche rivali a prezzi stracciati, intere corporazioni pagandole una piccola frazione del loro valore reale e infine con la scusa di mettere fine alla depressione grazie all’ordine esecutivo del 1 maggio del 1933 la FED rastrella tutto l’oro disponibile nel sistema rapinando di fatto la gente di quel poco di ricchezza rimasta. La pena di non consegna il suo oro alla FED è la reclusione per 10 anni. Ora che la FED è l’unica istituzione a possedere oro la regola sulla stampa delle banconote sono a sua completa discrezione; ecco infatti la dicitura “convertibile in oro” ed apparire “moneta in corso legale”, ossia questa banconota non rappresenta più l’oro che ne ha giustificato il valore questa moneta  E’ UN VALORE
Beppe Grillo 2005 “Una volta la banca stampava dei soldi ma aveva una riserva di oro, e in base all’oro stampava dei soldi. E’ successo questo, perché abbiamo l’economia in dollari? Perché dopo la guerra gli americani attraverso la FED, la loro banca, hanno stampato senza avere copertura in oro 90 miliardi di dollari dell’epoca e hanno infestato l’economia di fogli di carta senza copertura. Poi nel 1971 Nixon è uscito e ha detto - Signori non c’è copertura di oro perché l’oro e la banconota stessa, pertanto o siete indebitati di carta o credete che questa banconota è oro - Tutti avevano il dollaro di carta è hanno accettato che un pezzo di carta fosse oro
Sarà lecito dunque chiedersi, se non più all’oro in base a cosa vengono stampate oggi le banconote. Troviamo la risposta in documento ufficiale della FED, intitolato “Modern Money Mechanics”  ossia Meccanica della moneta moderna. Questa pubblicazione rappresenta nel dettaglio le procedure istituzionali per la creazione della moneta utilizzate dalla FED e dalla rete di banche commerciali che sostiene. A pagina 1 leggiamo LO SCOPO DI QUESTA PUBBLICAZIONE E’ DI DESCRIVERE LE BASI DEL PROCESSO DI CREAZIONE DELLA MONETA IN UN SISTEMA BANCARIO A RISERVA FRAZIONARIA. Poi facendo uso di terminologia bancaria procede nella descrizione di questo processo. Per noi in Italia il meccanismo non è differente ed è materia di studio universitaria dalla descrizione e la sua applicazione nella creazione del denaro sono disponibili in qualsiasi testo in materia, con la sintesi spiegata così:
Il governo decide di aver bisogno di moneta, non potendo creare direttamente le banconote stampa dei pezzi di carta detti Titoli del Debito Pubblico per un valore di 10 miliardi di €. La banca d’Italia per mezzo d’intermediari, che lei sola può autorizzare a partecipare alle aste di vendita, acquista di fatto il debito emesso dallo stato nel seguente modo; stampa anch’essa un mucchio di carte chiamate banconote anche queste di un valore attribuito pari a 10 miliardi di €. Redistribuite nei conti correnti dei partecipanti all’asta le banconote di carta aggiungono ora un valore di 10 miliardi di € alla base monetaria. Per avere conferma che la banca d’Italia sia la sola a gestire i titoli del debito pubblico non ci resta tornare nel sito ufficiale e leggere che per conto del ministero dell’economia e delle finanze la banca d’Italia ha la rsponsabilità della organizzazione e la conduzione di collocamento e di acquisto dei titoli di stato e di servizio finanziario del debito. 
Piccola storia del potere economico e come gli interessi finanziari siano superiore alle democrazie.

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