mercoledì 25 gennaio 2012

La crisi del credito (parte1)

Cosa è la crisi del credito?
E’ un fiasco finanziario di portata mondiale, che coinvolge il seguente termine che probabilmente avete già sentito:
MUTUI SUB-PRIME
CDO
FCM
CDS
Diciamo anche che la crisi è una mega truffa, nella quale i debitori sono i cittadini dell’intero pianeta. L’articolo si concentra esclusivamente sui titoli finanziari degli immobili, ma qualunque operazione finanziaria di titoli di altra natura è pressoché identica, cioè che questa economia è solo virtuale. E’ come il gioco di MONOPOLI, si tirano i dati e il più fortunato vince, solo che investitori, finanzieri, banchieri i dati (ovviamente truccati) se li tirano da soli senza che nessuno li controlla.
I mutui sub-prime, sono mutui concessi ed erogati a clientela non prime, cioè a clientela che difficilmente è in grado di far fronte all’impegno preso.
I CDO, sono obligazioni garantite da crediti, titoli a reddito fisso derivanti dall’aggregazione di più attività soggette a rischio di credito.
FCM, è il mercato del credito che resta sostanzialmente congelato dalla resistenza delle banche a prestarsi denaro a vicenda.
CDS, sono swaps, ossia uno strumento derivato che consiste dallo scambio di flussi di casa tra due controparti che ha la funzione di trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti.
Chi viene colpito dalla crisi?
Come può succedere?
I soggetti coinvolti nella crisi sono: proprietari immobiliari e investitori in generale.
I proprietari accedono ai mutui e di conseguenza gli immobili; gli investitori che rappresentano il denaro e di conseguenza le istituzioni come; compagnie di assicurazioni, fondi pensione, fondi statali e fondi comuni di investimento.
L’interazione fra questi soggetti fra brokers e banche prendono forma a wall street. Per capire come questi soggetti interragiscono e per capire il perché della crisi facciamo un passo indietro.
Anni fa gli investitori seduti sui loro risparmi concludevano buoni investimenti, quindi investivano nella banca centrale degli Stati Uniti d’America, in modo da ottenere altro denaro. Compravano i buoni del tesoro considerati investimenti sicuri. Dopo l’11 settembre la Federal Reserve decise di abbassare il tasso di interesse all’1% per mantenere l’economia più forte e più stabile.
L’1% era considerata una percentuale di interesse molto bassa dagli investitori che ovviamente non erano d’accordo. Dall’altro lato l’abbassamento del tasso significò che le banche di wall street potevano chiedere prestiti alla banca degli Stati Uniti, con un interesse sempre dell’1%. La conseguenza fu un enorme quantità di credito erogato a basso costo. Per cui le banche prestavano denaro con molta facilità. Tutto questo portò ad un problema con la leva finanziaria. “LEVA” vuol dire chiedere denaro per amplificare il risultato di un affare. Non è altro che l’indice del rapporto d’indebitamento utilizzato in ambito finanziario per misurare le proporzioni fra il capitale proprio e quello di terzi e le risorse utilizzate per finznziare gli impegni. Funziona così:
in una normale transazione con 10.000 dollari si può comprare una scatola per 10.000 dollari se poi la si vende ad un altro a 11.000 dollari. Si ottengono 1.000 dollari di profitto. Poniamo che questa persona con 10.000 dollari vada in banca a chiedere un prestito ulteriore di 990.000 dollari, la banca darà a questo soggetto unprestito di 1.000.000 di dollari. Con questo denaro il soggetto in questione acquista 100 scatole, poi rivende le 100 scatole ad 1.100.000 dollari. Il soggetto salda il suo debito di 990.000 dollari più 10.000 dollari di ineresse. Il soggetto ottiene dunque ben 90.000 dollari di profitto con l’effetto “leva”. Esempio di un buon guadagno per il venditore. Ma, è anche un esempio in cui le banche fanno i soldi. Di conseguenza wall street cresce moltissimo. Le banche continuano ad emettere prestiti obligazzionari, mettendo in rapporto le famiglie agli investitori utilizzando i mutui. Il processo è molto semplice, nella sua fraudolenza:
una famiglia decide di comprare una casa rivolgendosi ad una finanziaria per ottenere un mutuo. La finanziaria si rivolge ad un terzo soggetto che presta il denaro concedendo il mutuo. La finanziaria si guadagna la sua commissione e la famiglia acquista l’immobile. La famiglia è molto contenta anche perché il valore della casa aumenta moltissimo.Un giorno il soggetto che ha concesso il mutuo riceve una telefonata da un investitore che vuole comprare il mutuo stesso. Il mutuo viene così venduto. L’investitore prende in prestito a sua volta molti dollari, comprando centinaia di mutui mettendoli metaforicamente in una bella scatola. A questo punto l’investitore riceverà il pagamento delle rate dei mutui dalle sue centinaia di debitori.
Pensiamo di suddividere la scatola in tre vassoi:
  1. le sicure
  2. le garantite
  3. le rischose

Impacchettiamo i vassoi chiamandolo CDO.
I CDO non sono altro che obligazioni strutturate.Per essere più chiaro sono dei pacchetti con obligazioni emessi dala banca con all’interno diversi debiti, cercando investitori per coprirli. A questo punto nasce un piccolo problema. I CDO contengono all’interno qualsiasi tipologia di debito, anche i sub-prime. Accade dunque, che una banca che vuole dei finanziamenti, emette i CDO, cercando credito promettendo di ripagare il tutto con i relativi interessi. In caso di mancato rimborso la banca ci rimetterà i soldi investiti nel mutuato e i soldi da restituire all’investitore. Il risultato è un rallentamento del mercato finanziario e una svalutazione di questi titoli ed al portafoglio delle banche.
I CDO funzionano come in una sequenza a cascata riprendendo contemporaneamente i tre vassoi di prima:
  1. le sicure
  2. le garantite
  3. le rischose

Il denaro arriva nel primo vassoio riempiendo il vassoio completamente. Successivamente riempie anche il secondo vassoio e quello che rimane sul terzo vassoio.
Tali soldi arrivano dalle famiglie che pagano i loro mutui. Ovviamente se alcune di queste famiglie non riescono a pagare, cadranno meno soldi e l’ultimo vassoio sarà vuoto. Per compensare l’alto rischio del terzo vassoio riceverà un più alto livello di rendimento pari al 10%, mentre il primo vassoio riceverà il 4% ed il terzo vassoio il 7%.
Al fine di mantenere il primo vassoio con rendimenti più sicuri le banche le assicurano con degli Credit default SWAP.
Lo swap nella finanza appartiene alla categoria degli strumenti derivati e consiste nello scambio di flussi di immobili tra due controparti. Il CDS, come abbiamo visto, è uno swap che ha la funzione di trasferire tra le parti l’esposizione creditizia a credito fisso. Le agenzie di valutazioni considerano le valutazioni del primo vassoio tripla A (AAA). Il vassoio più sicuro che si possa trovare sul mercato degli investimenti. Il secondo vassoio gli attribuiscono una trpla B (BBB) considerandolo di buon livello, non preoccupandosi dei rischi di investimento dell’ultimo vassoio. Le banche possono così vendere la fetta più sicura agli investitori che non vogliono rischi, vendendo il secondo vassoio ad altri investitori. L’ultimo vassoio è costituito da fondi speculativi. In questo modo la banca guadagna moltissimo denaro. Gli investitori contentissimi perchè a loro volta guadagnano molto di più dell’1% dei buoni del tesoro, richiedendo ancora più CDO. La banca chiama la finanza, la quale a sua volta chiama il broker, in modo da trovare altri mutui.

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