Abbiamo assistito ad un momento storico e non ci siamo accorti di nulla. Forse perché è destinato a fallire?
L’accordo prevede l’impegno di Theran a depotenziare gli impianti atomici, in pratica la rinuncia a produrre combustibile nucleare per uso militare, su questo la capitale dell’Iran accetta severe verifiche per i prossimi 10 anni, ma in cambio ottiene il riconoscimento all’uso del nucleare civile e l’eliminazione delle sanzioni che fino ad oggi hanno soffocato la sua economia.
Ora l’Iran non avrà la bomba atomica i primi commenti a caldo degli statisti, il mondo è più sicuro.
Un accordo storico, i due Paesi non dialogavano così da anni, anche se rimane un intesa preliminare in quanto il 30 giugno prossimo ci sarà la firma del trattato definitivo. In sostanza l’accordo prevede da una parte la rinuncia al nucleare, dall'altra di togliere le sanzioni per risollevare l’Iran economicamente vendendo il suo petrolio. Questo che cosa cambia per noi cittadini europei e per l’Italia? L’accordo USA sul nucleare è:
b) una svolta che favorisce le forze moderate iraniane ed evita i rischi del nucleare a scopi bellici?
c) un opzione che favorirà una discesa del prezzo del petrolio con vantaggi economici?
Dunque che prospettiva ha questo accordo in funzione della pace e della sicurezza? Speriamo che l’accordo dia subito i frutti promessi, perchè in ogni negoziato ci sono interessi convergenti, Rouhani vuole uscire dall’isolamento politico e soprattutto da quello economico che ha pesantemente impoverito l’Iran, quindi mettendo da parte qualsiasi progresso bellico nucleare per negoziare un ritorno alla crescita del paese. Obama sta definendo la sua eredità storica, un eredità molto appannata dagli insuccessi in altri ambiti, chiudere con un accordo con il grande nemico del passato, mentre si fa anche un accordo con Cuba, sarebbe un passo importante. Ovviamente c’è chi vuol guastare la festa a queste due persone all’interno dei rispettivi paesi, l’ala dura all’interno dell’Iran, i repubblicani, ma non solo, negli Stati Uniti, forti anche dalle spinte di Israele e delle lobby dell’Aarabia Saudita, impongono la cautela.
Vedremo, certamente gli embarghi non hanno mai risolto i problemi, chi ci rimette sono sempre i cittadini più poveri e da Hiroshima a Nagasaki il mondo forse non ha imparato nulla. C’è da capire fra l’altro le reazioni di Israele, quando in gioco c’è la sopravvivenza, ma c’è da capire anche la manifestazione di gioia della gente Iraniana che sicuramente manifesta una voglia di PACE.
Un ultimo sguardo fra i rappresentanti dell’accordo di Losanna prima di annunciare decenni di gelo che una volta definito a giugno potrà allontanare in parte l’incubo del nucleare iraniano e dall’altra quello delle sanzioni. C’è stanchezza ma anche soddisfazione per chi non ha mollato nemmeno nei momenti in cui tutto sembrava perduto. Il negoziato è stato duro dice Jhon Kerry, qualche volta perfino violento, 5 anni di scontri non sono facili da dimenticare e certamente c’è ancora da risolvere molti problemi, ma il passo più importante è stato raggiunto. Nella notte di Theran nellla televisione tutti seguono il discorso di Obama. Un intesa storica dichiara il presidente, che bloccherà l’atomica iraniana permettendo agli ispettori internazionali di verificare se l’Iran rispetterà gli accordi riducendo l’arricchimento dell’uranio di ⅔ congelando il suo sviluppo atomico per 10 anni, a quel punto le sanzioni verranno tolte. E’ il segnale che il popolo iraniano aspettava con la speranza di voltar pagina, aprirsi, cambiare, giovani che occupano le strade della capitale iraniana con canti e balli.
Hassan Rouhani lo sa benissimo che c’è voglia di cambiare, infatti dopo l’insediamento della presidenza ha telefonato subito alla presidente americano Barack Obama ed ora deve vedersela con i falchi del regime, esattamente come Obama dovrà affrontare il congresso repubblicano e Netanyahu che è contrario all’accordo con il pericolo di rimetterlo in discussione. Perchè Israele parla di sbaglio storico, mette in guardia sull’affidabilità di Theran, esattamente come dicono gli alleati arabi che potrebbero, come accade nello Yemen, preferire Al qaeda al nemico iraniano.
Dunque che prospettiva ha questo accordo in funzione della pace e della sicurezza? Speriamo che l’accordo dia subito i frutti promessi, perchè in ogni negoziato ci sono interessi convergenti, Rouhani vuole uscire dall’isolamento politico e soprattutto da quello economico che ha pesantemente impoverito l’Iran, quindi mettendo da parte qualsiasi progresso bellico nucleare per negoziare un ritorno alla crescita del paese. Obama sta definendo la sua eredità storica, un eredità molto appannata dagli insuccessi in altri ambiti, chiudere con un accordo con il grande nemico del passato, mentre si fa anche un accordo con Cuba, sarebbe un passo importante. Ovviamente c’è chi vuol guastare la festa a queste due persone all’interno dei rispettivi paesi, l’ala dura all’interno dell’Iran, i repubblicani, ma non solo, negli Stati Uniti, forti anche dalle spinte di Israele e delle lobby dell’Aarabia Saudita, impongono la cautela.
Anche i paesi europei che partecipano attivamente a questo accordo che cosa si devono aspettare, l’Europa andrà insieme unita o ciascun paese andrà per suo conto? L’Iran è stato uno dei pochissimi casi in cui quando si è trattato di imporre le sanzioni all’Iran alcuni anni fa, gli Stati europei sono stati convergenti su una linea comune, compreso l’Italia che aveva più di altri paesi molto da perdere da queste sanzioni. L’Europa ha molto da guadagnare con questo accordo se si ristablisce un minimo di stabilità, un minimo di serenità nella regione impedendo un escalation nucleare dell’Iran con l’Egitto ed Arabia Saudita che vorrebbero fare altrentanto, favorendo interessi fortissimi con la vicinanza naturale all’Iran.
Tuttavia con tanti se, con tanti ma è logico fidarsi di questo accordo? Ci dobbiamo fidare?
L’accordo ha molti nemici e non si sa se riusciranno a farlo entro il 30 di giugno, anche se bisogna dire che sia Obama sia Rouhani si sono molto esposti ed entrambi hanno molto da perdere da un fallimento. Comunque rimane una speranza fondata, per la prima volta dopo la rivoluzione del ‘79, gli iraniani possono avere la speranza di uscire dall’isolamento e dove in questo momento la possibilità di fidarci è dovuta dal fatto che è vero che l’Iran dopo questo accordo con la revoca delle sanzioni avrà uno sviluppo economico considerevole, con un primato nella regione destinato ad aumentare. Si tenga conto che l'Iran 80 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita ne ha ¼, e sono altamente scolarizzati, sono, al che se ne dica, moderati ed anche i più laici della regione. Senza dubbio acquisterà questo primato è inevitabile, e che cosa farà di questo primato, nel senso che lo potrà usare come un pericolo per rafforzare i gruppi Sciiti su i quali ha influenza o lo potrà usare, come un svolta, su questi gruppi Sciiti un ruolo di moderazione, come sta facendo in Iraq ed Afghanistan.
Obana definisce l’accordo come un inizio che il mondo sarà più sicuro, certamente è un passo nella direzione giusta, è chiaro però che il disarmo nucleare è stato perso come sfida. Certamente se tutti i Paesi si attenessero al trattato di non proliferazione del nucleare, sarebbe un mondo più sicuro, mentre oggi dal Pakistan, dall’India, Corea del Nord a Isarele sono tutti Paesi con bombe atomiche al di fuori di qualunque ispezione, di qualunque monitoraggio, di qualunque possibilità di saperne di più. Possiamo senza dubbio affermare che Obama ha voluto questa intesa anche per sperare una collaborazione contro il terrorismo, come tutti i paesi dovrebbero dare una mano, ma in realtà non è così, perché poi si trovano nazioni dell’alleanza antiterrorismo che finanziano, sostengono e nutrono gruppi come ISIS ed Al qaeda.
Veniamo ai rapporti tra il nostro Paese e l’Iran. Le imprese italiane in realtà sono state particolarmente rispettose dei vincoli dell’embargo, come hanno riferito i diplomatci italiani. Le imprese italiane sono state particolarmente timorose a trasgredire le sanzioni economiche, cosa che non hanno più esportato nemmeno le scarpe che sicuramente non servono per fare la bomba atomica. A questo punto quanto tempo passerà affinché i rapporti economici tra l’Italia e Iran riprendono un discorso di interscambio? Certamente non sarà realizzato con un semplice clik, ma è lecito pensare che l’Iran sia un Paese con un altissimo grado di istruzione, come detto, per il suo trascorso storico, giovani e soprattutto donne, differenza con il resto dei Paesi arabi, hanno un istruzione superiore alla norma, infatti le donne sono il 65% degli studenti universitari, un dato che evidenzia il grado di progresso del Paese, un progresso che deve essere finalizzato anche per i diritti umani.

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