mercoledì 29 febbraio 2012

Cambiare le regole



Il degrado delle istituzioni italiane ha raggiunto il suo punto minimo della storia della Repubblica. Credo che questo parlamento si è comportato come doveva comportarsi, cioè un parlamento completamente screditato che non rappresenta più la maggioranza dell’Italia. Quindi ha agito come un parlamento di nominati incapaci di valutare. Una maggioranza bulgara, una maggioranza talmente schiacciante da sfiorare il valore della dicitura di "voto unanime". Una maggioranza omologata ai poteri economici delle grandi banche mondiali. Una maggioranza che sostiene un governo che si auto definisce tecnico. Stiamo assistendo al disastro della politica. La prima cosa da dire dovrebbe essere che la legge elettorale che ha eletto questo parlamento e una legge porcata, e dovrebbe essere cambiata il più in fretta possibile. In secondo luogo del programma di questo governo noi sappiamo già molto, sappiamo che questo governo ha l’obbligo  di seguire il programma imposto da Trichet e da Draghi. In fondo la lettera della BCE inviata al governo italiano il 5 agosto 2011 (ognuno ne tragga un idea dei contenuti)
Indicazioni definite da tutti “impopolari”, quindi per sua natura anti popolari. Dunque, abbiamo un parlamento screditato che vota un governo che imporrà delle leggi esterne, una specie di direttorio europeo. Non è un bel panorama quello che abbiamo di fronte.
La società in questi anni con la regia dei grandi interessi bancari, non solo non ha prodotto efficienza, non solo non ha prodotto uguaglianza sociale, intelligenza o competenze, ma questa società è in crisi perché produce debito pubblico. Gli stati sono nelle mani di una serie di gruppi finanziari mondiali che hanno costruito un sistema economico che ha ingigantito il debito pubblico mondiale con proporzioni ciclopiche che non sono più pagabili da nessuno.
In l’Italia è arrivato il governo Monti, che come già accennato prima, applicherà le decisioni che vengono dai quei centri del potere che hanno stabilito le regole. Siamo in una situazione diversa da quella del passato, se guardiamo alla miserevole condizione del nostro paese, vediamo che dentro questo governo, ci sta ancora Berlusconi, ci sta ancora la destra che ha creato una parte di questi problemi e ci sta questa sinistra che ha creato altretanto di questi problemi. Poi viene dall’esterno il “salvatore” che ci dice «Dovrete fare queste cose nel paese, dovrete prendere decisioni che costeranno al paese lacrime e sangue, perché è necessario pagare il debito»
La vera ragione di cui discutere è chi ha prodotto questo debito, e soprattutto chi lo deve pagare questo debito. L’attuale capo del governo ancora non ha cominciato a darci una risposta.
La stampa nazionale e tutto il mondo politico giustifica la manovra di Mario Monti in quanto bisogna tamponare l’emergenza.
Se si vuole tamponare l’emergenza bisognebbe affermare che questo gigantesco debito italiano una parte rilevante è dovuto al fatto che i ricchi non hanno mai pagato le tasse negli ultimi 50 anni. Un presidente del consiglio che volesse risanare il paese, con molta chiarezza e trasparenza, dovrebbe cominciare a colpire quelli che non hanno pagato e cioè la classe più benestante dell’Italia. Il secondo aspetto è quello della parte del debito che avviene dalla speculazione internazionale come la risolviamo?
La Svizzera per esempio la banca centrale svizzera ha deciso di ridurre il potere delle 2 grandi banche svizzere, in quanto il loro raggio d’azione è rivolto soltanto ai loro interessi e non quelli della Svizzera, ne ha parlato di recente anche il Finacial Time.
Di fatto la banca UBS è stata messa sotto indagine dalla banca centrale svizzera. La banca centrale svizzera è indipendente da qualsiasi imposizione della finanza internazionale, prendendo esclusivamente decisioni sovrane. Contrariamente, in Italia abbiamo una banca centrale, che non è più ne indipendente, ne pubblica e siamo strettamente dipendenti dalla banca centrale europea che funziona con regole del trattato di Mastricht. Trattato che impone agli stati, per finanziarsi, a fare ricorso al mercato finanziario internazionale. Detto questo, bisogna capire che cosa è questo mercato internazionale se non una grande economia della truffa. Una grande truffa ai danni del popolo europeo. E' necessario, dunque, cambiare queste regole.
Cambiare le regole tramite una democrazia diretta, coinvolgendo persone che armati di buona volontà, sappiano veicolare il cambiamento attraverso la nostra Costituzione. Quindi riappropriandoci della nostra Costituzione, fin qui umiliata, derisa, stracciata e infangata, possiamo realizzare una rivoluzione che abbia come finalità il bene comune.
Quando sentiremo un qualsiasi parlamentare dire queste cose, vuol dire che stiamo sulla linea di partenza per ristabilire la sovranità monetaria del popolo italiano.
E’ da rilevare che dopo  questa ubriacatura di consensi del governo Monti, da parte del Parlamento italiano, non credo sia possibile tenere insieme, Berlusconi e Bersani rappresentanti dei due partiti più grandi, in una situazione del genere. Quindi non facciamoci troppe illusioni. Monti si troverà prestissimo a problemi che non potrà domare.
Ritornando alla questione della crisi la domanda è pagare o non pagare il debito pubblico? Monti è il risultato ed il prototipo diretto che il nostro debito improvvisamente, non si sa come mai e non si sa perché, che esisteva già dagli anni 70’, abbia avuto un esplosione così drammaticamente brutale. Vogliamo capire cosa sta succedendo o no? Perché c’è stata un esplosione del debito italiano e poco prima è esploso il debito greco? C’è qualcosa di anomalo in queste ripetute esplosioni del debito.
Tutto questo, se non ce ne siamo resi conto, è accaduto negli ultimi 2 o 3 anni, ed il cittadino sta vivendo una situazione anomala in cui il debito mondiale si è dilatato in misura sproporzionata.
Un enorme debito oltre la possibilità di sostenimento dello stesso debito. Un capitalismo che ha creato una titanica ed inesistente massa di denaro, 16  volte il PIL del mondo, non è più in grado di reggere una situazione del genere. Il debito si sta espandendo in tutta europa, dopo di noi la Grecia, invaderà anche la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e così via. Il capitalismo ci impone, senza via di uscita, di approvigionare denaro attraverso un mercato finanziario completamente truffatore.   


Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.
2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,
Mario Draghi, Jean-Claude Trichet
29 settembre 2011

domenica 19 febbraio 2012

La natura del capitalismo

In questi anni di stravolgimenti la finanza mondiale si rileva nella sua più feroce natura predatoria. Mentre consolidate firme dell’economie crollano miseramente a causa delle avidità delle multinazionali e dei suoi apparati, altri predatori ancora in forze fanno scorpacciate di banche vendute al ribasso. La mappa della distribuzione del potere sta cambiando radicalmente, il capitalismo ultra liberista, promosso dai teorici della scuola di Chigaco, in cui Milton Freedman fu il porta bandiera, volge al suo epilogo, nel mezzo di una epocale svolta di portata storica.
Nel 1989 è imploso, per i suoi fallimenti, il comunismo. Adesso sta vivendo lo stesso destino il capitalismo. Solo che non si ha il coraggio di dirlo o non si permette di sottolinearlo, di farlo sapere e di porre riparo a questa deriva, perché se nò si perdono copie o punti di rating. A poco meno di 20 anni della caduta dell’impero sovietico e del comunismo, oggi assistiamo in diretta alla caduta del capitalismo di Wall Street. Contemporaneamente le potenze economiche emergenti come Cina, India, Russia ,Brasile e gli stati cosidetti non allineati, saldano tra loro alleanze strategiche ed economiche, ribadendo di fatto una nuova ed inattesa economia.
Un atteggiamento rotto recentemente soltanto da nazioni latinoamericane come il Brasile di Lula o l’Argentina dei Kirchner, che hanno semplicemente detto, a un cero momento, “Adesso pagheremo quando potremo farlo” e, in pochi anni l’hanno fatto, avvisando poi i funzionari dell’Fmi, ancora impegnati, come Totò quando cercava di vendere la Fontana di Trevi, a proporre a queste nazioni presunti affari e - soprattutto - altri prestiti: “Con voi il discorso è chiuso, non vogliamo più vedervi da queste parti”.
Si potrebbe dire che, mentre i dominatori sono invalidati da una emorragia di immane portata, sudditi, oppressi ed ex vassalli si organizzano per un eventuale cambio della guadia.


È chiaro che la crisi economica mondiale, causata dagli spregiudicati maneggi finanziari dell’economia neoliberale, ha spaventato e sollecitato un continente oggi in crescita dopo decenni di sofferenze e vessazioni di istituti come il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Questi organismi hanno sempre lavorato per soddisfare solo le mire dei paesi più ricchi e potenti, tesi ad accaparrarsi le ricchezze di nazioni piene di risorse naturali ma condannate all’indigenza e alla repressione dalle logiche di prestiti “inumani e impagabili”, come li definì papa Giovanni Paolo II.


Anche se pervicacemente perfino l’informazione che fu progressista cerca pateticamente di dimostrare che il mercato metterà tutto a posto.

I nostri media sono arrivati al punto di sottolineare come notizia rassicurante quella che il Fondo monetario avrebbe intenzione di “aiutare” con un prestito la sofferente Italia di Monti. Dimenticano, però, che questo organismo, nato come la Banca mondiale a Bretton Woods [New Hampshire] nel 1944 per sovrintendere alla bilancia dei pagamenti fra stati dopo il fallimento del cosiddetto “Gold standard” [la convertibilità in oro di tutte le banconote circolanti, complice di un sistema che precipitò l’economia planetaria in due guerre mondiali] ha guadagnato una fama nefasta. La fama di aver annientato, a causa di debiti impagabili, tutte le nazioni dove, chissà perché, era stato richiesto il suo intervento.

Credo che in questo atteggiamento sia palese un grande equivoco: quello sulla capacità del modello politico neoliberale di salvare il mondo, o anche soltanto di tirarlo fuori dall’attuale corsa verso il nulla.

Come avrebbero potuto spiegare, infatti, dopo aver cantato senza ritegno le lodi dell’economia globalizzata e la favola del mercato che si autoregola, che queste realtà nascondono una cinica fregatura?

Nel 2008 nel programma delle nazioni unite per lo sviluppo riferisce che il 18% della popolazione mondiale (circa a 800 milioni di persone) dispone del 83% del reddito mondiale. Mentre l’82% (circa 5 miliardi di persone) si spartisce il restante 17%.

Sono numeri che nessun teorico della teoria dei sistemi può prevedere che il sistema regga. C’è da aggiungere che per quando riguarda all’uso e all’abuso delle risorse del pianeta Terra, i paesi ricchi consumano il 50% di energia, il 75% del metano e l’85% del legno. Il programma delle nazioni unite scrive che “l’estrema povertà potrebbe essere sradicata all’inizio del prossimo secolo con la spesa di 80 miliardi di $ l’anno, cioè meno del patrimonio netto accumulato dalle sette persone più ricche del mondo”. 

In effetti le 10 persone più facoltose del mondo possiedono patrimoni di 133 miliardi di $, che equivalgono a 1,5 del reddito nazionale di 48 paesi meno fortunati. Sembra un bollettino di disfatta del capitalismo. 

Si è parlato male del comunismo per decenni e nemmeno che sia addebitabile ai comunisti che hanno una funzione di freno delle magnifiche sorti progressiste. Gli Stati Uniti d’America come è noto non ci sono comunisti e bene, il programma delle nazioni unite riferisce che l'1% della popolazione possiede il 40% della ricchezza, il 20% ne possiede un altro 40% e il 79% il restante 20%.


A queste informazioni si aggiunge che nei paradisi californiani 1 bambino su 4 n nel 2020 sarà un bambino affamato. Altre stime valutano il 50% del territorio USA, come un eco sistema in pericolo. Questa situazione non riguarda solo i paesi poveri, ma riguarda anche noi. Se appena prestiamo attenzione a quelle agenzie specializzate (Moody’s, Standard & Poor's) che danno i voti del debito pubblico dei vari stati, mettendo in riga governi e amministrazioni che si vedono tagliati ulteriori fondi di credito, se a loro volta non tagliano le spese per programmi sociali. Se non aumentano le tasse ai cittadini, se non trasformano i debiti delle banche private delle imprese in debito a garanzia pubblica.

E’ evidente che una posizione del genere una democrazia non può andare oltre le scelte degli esecutori tecnicamente più capaci, nell’applicare i comandi del capitale finanziario che si muove a livello internazionale.
Per cui quando Marx diceva che i governi erano comitati di affari della grande borghesia, lui aveva torto solo per difetto.

Perché quello che allora era un cattivo costume, oggi è un sistema, anzi è il sistema. Per cui se nel mondo antico i debitori insolventi finivano ad essere degli schiavi, nel mondo del capitalismo globale interi stati vengono costretti a lavorare per conto delle grandi finanziarie.
In conclusione, dopo aver vinto la guerra di 70 anni contro il comunismo, il capitalismo comincia a mostrare il suo vero volto, che no è proprio quello del progresso che aveva scritto nel suo statuto. Infatti se questi dati se queste hanno un loro senso una loro veridicità, non sembra remoto lo spettro dell’inglorioso finale dell’esperimento umano. Sia per chi non ha da vivere, sia per i ben pasciuti. a cui non si riconosce altra dignità di imbrogliare diversi livelli di capitale.


I cataclismi umani che ha accentrato le guerre mondiali fra le potenze, alla fine del secolo, ancora mribollono nelle falde di una terra sommersa, regolata dalla sola accumulazione infinita e della competizione sfrenata. Il cui limite è l’artificio e tregua di guerra, nella più totale assenza di rispetto degli uomini e della natura. Infatti l’unica civiltà che si va diffondendo a discapito delle altre tradizioni e non, è la civiltà del profitto che pare sia l’unico ordine che deve regnare sulla Terra. Così come  la partizione degli uomini, sia quelli affamati sia quelli sazi, devono rigorosamente assumere per avere diritto di cittadinanza.

sabato 11 febbraio 2012

Nuovi schiavi

Non esiste niente di complicato nella politica. La maggior parte dei politici non sono personaggi alieni. Non sono persone tecniche che ci immaginiamo complicate, e che esse stesse piace dipingersi complicati. Non c’è niente di complicato e veniamo al punto.
Il mondo del lavoro italiano in questi giorni è molto movimentato più del solito, in relazione al  governo che da un pò di tempo che sta parlando rincarrando la dose, su queste problematiche. Sta valutando in sostanza di modificare l’art. 18 dello statuto dei lavoratori. Lo statuto dei lavoratori è una legge redatta nel 1970, che riguarda una delle norme del diritto del lavoro italiano.
L’art. 18 indica che cosa un lavoratore può fare o non può fare all’interno di una azienda. Pertanto il licednziamento di un dipendente può avvenire solo per una giusta causa o per un motivo giustificato. In caso contrario il licenziamento è illeggittimo conseguentemente al giudice che condanna il datore di lavoro al reintegro del dipendente  o a pagare un  risarcimento.
Oara il governo tramite il ministro del lavoro Fornero, ha annunciato di volere modificare la legge dell’art. 18. Per lo meno si sta tentando di parlare alle parti sociali  di tale cambiamento. Le tre confederazioni, unite, CGIL, CISL e UIL sono contrarie a questa riforma.
Dunque, perché il governo vuole modificare questa legge che suona così buona, che garantisce dei diritti ad un lavoratore. Il diritto di non essere licenziato perché risulti antipatico, di non essere licenziato perché cerca di rappresentare sindacalmente il diritto dei lavoratori all’interno di una azienda.
A sentire il governo, abolendo l’art.18, questo porterebbe un incentivo occupazionale. Proviamo a ricostruire la catena dei pensieri del nostro governo. In Italia esiste molta disoccupazione, molto lavoro nero e molto lavoro precario. Per tanto chi non lavora non paga le tasse, chi è precario non paga le tasse pagando contributi inferiori e accede continuamente agli ammortizzatori sociali ed infine chi è in nero non paga le tasse. La conseguenza è logica se nessuno paga le tasse non ci sono soldi per creare crescita. Bisogna altresì regolarizzare la gente. Dalla situazione di precariato si arriva ad un a doimanda “perché le aziende assumono con la formula di precariato e non assumono a tempo indeterminato?”
Secondo il governo è troppo difficile licenziare un dipendente con l’art.18, di conseguenza le aziende assumono in nero o in precariato. La risposta del governo all’art.18 è di facilitare il licenziamento in modo da rendere agevole la nuova assunzione. Questo ragionamento a mio avviso è errato. Le aziende, ovvero la maggior parte delle aziende, è di cercare meno costi possibili. E’ logico che se la legge ti da la possibilità di assumere uno stagista, un precario o alla fine di assumere in nero, tanto non si sono controlli, non ci penserà nemmeno lontanamente di assumere una persona a tempo indeterminato. Al lavoratore gli devi pagare i contribuiti, la tredicesima, le tasse. Allo stagista, se è fortunato gli dai 300 €, poi lo mandi via e ne prende un altro.
Quando si parla di crescita si tratta in particolare di creare le condizioni per le imprese medio/piccole, e non per le grandi corporazioni perché quelle non hanno problemi, di cominciare ad assumere di ricominciare a produrre e soprattutto di nascere.
Le aziende non riescono nemmeno più a sopravvivere in quanto hanno una tassazione altissima, se un individuo (GIOVANE) provasse ad aprire una partita IVA gli tolgono immediatamente tutto quello che ancora deve guadagnare.
Non è soltanto di licenziare più facilmente che si crea più occupazione, ma di favorire la piccola e media impresa con dei sgravi fiscali, con degli aiuti all’assunzione.
Tuttavia, non si pensi che gli oneri che un impresa deve sostenere quello cruciale sia il costo del lavoro. Ci sono extracosti che soltanto le imprese italiane devono sostenere nei confronti delle imprese svizzere, tedesche, inglesi ecc, con una situazione, paragonando a 100 il costo  europeo, pagano:
  • 114 benzina
  • 115 gasolio
  • 227 energia elettrica
  • 295 tempi della giustizia civile
  • 316 pubblica amministrazione
  • 145 aliquota sul profitto commerciale

ALLORA  BASTA A QUESTO RIDICOLO SCHIAVISMO LEGALIZZATO CHE IMPOVERISCE L’ITALIA PERCHE’ CONTRAE I CONSUMI DEI BENI CHE GLI STESSI SCHIAVISTI PRODUCONO.

giovedì 9 febbraio 2012

Quali liberalizzazioni?

Cerchiamo di spiegare facilmente le liberalizzazioni del governo Monti.
Il decreto “cresci Italia” è stato accolto, sia dai partiti che dai mass-media, con eccessiva entusiasmo. A mio parere il decreto rimane soltanto uno strumento per ammorbidire gli investitori ed a calmare tutto il mercato finanziario. Qui non c’è niente di liberista, come al solito è tutto un inganno per il popolo italiano.

1) Tariffe professionali: si prevede l’abolizione di tutte le tariffe professionali sia minime che massime, significa che il massimo ed il minimo di quello che si può dare al professionista sono decise dalle tabelle che verranno abolite. La tabella dei notai verrà colpita aumentando da subito aumentando i posti disponibili di 500 incarichi. Prevedendo che fino al 2014 saranno assunti, 500 per anno, tramite concorso pubblico, nuovi notai.

2) Finalità per avvio di imprese e procedure semplificate per l’attività imprenditoriale giovanile: vengono abolite le norme che prevedono limiti numerici, licenze, autorizzazzioni da parte della pubblica amministrazione per avviare un impresa. All’apparenza  la cosa che mi pare più interessante è che viene favorita l’imprenditoria giovanile sotto i 35 anni, con un nuovo tipo di costituzione di società chiamata S.R.L. per giovani. Questo nuovo tipo di società porterà ad un capitale sociale di solo 1 €. Questo, per facilitare i giovani all’ingresso nel mondo impreditoriale ed evitare eccessivi soldi se le cose vadano male. Ho detto all’apparenza precedentemente, perché io rimango sempre esterrefatto da questo governo.   

3) Servizi pubblici locali: nelle aziende dei servizi pubblici locali potranno entrare anche risorse private. Compreranno delle quote che verranno messe sul mercato. Non si privatizzerà completamente perché è evidente, che un privato a interesse ad andare dove ci sono forti possibilità di guadagno. E’ chiaro dunque che un conto è partecipare ad una società di nome ATAC, ed un conto è quello di partecipare ad una azienda pubblica che gestisce pulmini che assicurano un servizio di paesi con meno di 500 abitanti.   

4) Separazione SNAM ed ENI: la SNAM che comprende altre sotto società (ITAL GAS)  appartiene ad ENI. La SNAM gestisce la rete e la distribuzione del gas in Italia. Con questo decreto ENI ed SNAM verranno scorporate per favorire l’ingresso di nuovi imprenditori. Tali imprenditori, in questo momento sono spaventati, in quanto se anche entrassero nel mercato del gas la rete continuerà ad essere gestita da ENI. Per intenderci è quello che è successo per le reti elettriche e telefoniche.
5) Obligazioni per lo sviluppo delle infrastrutture: le società che gestiscono e amministrano una singola infrastruttura  per esempio un bene culturale, un museo potranno mettere delle obligazioni che potranno essere acquistate da privati, previo controllo che siano degli investitori qualificati e quindi di essere in grado di portare qualità e competitività all’interno dell’azienda.  

6) Autority per i trasporti: viene creato una sorta di gruppo di controllo che dovrà definire le regole per le nuove concessioni auto stradali e valutare di scorporare ferrovie italiane da RFI (società che gestisce la rete ferroviaria italiana). Quindi si ripete il discorso fatto per il gas, in modo da rendere possibile l’entrata di altri investitori. La stessa autority deciderà anche per i taxi di caso in caso.  Deciderà se sarà necessario un aumento delle licenze per i taxi.

7) Farmacie: le farmacie non vengono liberalizzate. Si parla semplicemente di aumentare le farmacie, tramite concorso, di 5.000 nuove autorizzazioni. Per arrivare ad una media di farmacie una per ogni 3.000 abitanti. Questo è uno dei punti dove il governo ha ceduto di più alla pressione dei farmacisti. Infatti anche per i farmaci di fascia “C” di renderli vendibili anche dalle para farmacie è stata stroncata.

8) Saldi: si parlava della possibilità di aprire i saldi a tutte le stagioni, cioè i saldi li fa il commerciante quando vuole. Anche questo non verrà fatto, semplicemente si metteranno degli altri saldi al di fuori delle stagione canoniche, punto.

9) Assicurazione RCA auto: ci saranno degli sconti sulle assicurazioni dell’RCA, a chi acconsente a spese dell’assicurazione di installare una scatola nera sull’auto, come quella delle navi e degli aerei. Quindi se fate un incidente la scatola nera registra tutto, anche i falsi incidenti. Inoltre, si insirisce l’obbligo, degli agenti assicurativi, di informare al cliente le condizioni conttrattuali praticate dai loro competitori. Si passerà anche alla eleminazione dei fogliettini che si mettono sul parabrezza dell’auto, convertendo la stipula assicurativa via telematica.  

10) Tribunale delle imprese: nascono delle nuove sezioni nei tribunali chiamate tribunali delle imprese, che si occuperanno specificatamente delle controversie su proprietà industriale, concorrenza sleale, pagamenti ecc. In Italia questo è un grave problema che frena l’economia. Magari fra due soggetti si entra in causa per avere dei soldi, con la conseguenza che si deve aspettare 10 anni per risolvere la causa. Il soggetto più debole nel fra tempo chiude tutto e se ne va a casa. Con questo decreto si dovrebbe accellerare l’iter del contenzioso.

11) Edicole: al momento la legge applica una strana norma che vede un limite di superficie per vendere i giornali. Quindi se il tuo negozio è troppo piccolo non puoi vendere i giornali. Questo viene abolito permettendo agli edicolanti di applicare sconti. Inoltre le edicole hanno la prerogativa di rifiutere di vendere prodotti complementari ai giornali, come ad esempio inserti e roba del genere.

12) Medici: con questo nuovo decreto obbliga ai medici di inserire nella prescrizione medica anche l’indicazione del farmaco equivalente a quello che sta prescrivendo.
13) Avvocati: per accedere al mondo del lavoro il tirocinio di un avvocato deve essere massimo di 18 mesi. I primi 6 per facilitare il tirocinante si potranno svolgere all’interno delle università stessa:

14) Diritti d’autore: Aboliscono la SIAE? NO! E così il popolo di internet si è rattristato. Semplicemente il decreto stabilisce che la SIAE si liberalizza con una attività di intermediazione. SIAE riscuote i soldi, SIAE da i soldi. Ma che cosa è cambiato?

15) all’art. 44 del decreto salva Italia c’è il provvedimento chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti. Quelli di serie A, naturalmente, perché quelli di serie B saranno il "prodotto", ovvero coloro su cui si farà business.

SE QUESTE SONO LE GRANDI MANOVRE PER RENDERE L’ITALIA PIU’ COMPETITIVA IO SONO NAPOLEONE BONAPARTE.