mercoledì 2 dicembre 2015

Lì sotto potrebbe esserci di tutto

Ci sono storie di cui non si parla, ma non per questo sono storie risolte.











4/11/2015 i scavi sono andati avanti per tutta la giornata, nel terreno i bidoni, ormai a pezzi, hanno rilasciato oli minerali, idrocarburi, catrame ed altri rifiuti tossici, fino ad ora sono stati trovati fusti pieni di materiale tossico. 

Siamo in un area alla periferia di Ercolano alle falde del Vesuvio, in provincia di Napoli, questi rifiuti sono stati sepolti qui molti anni fa. Il terreno è contaminato, dove i bidoni si sono rotti ed i veleni li trovi subito, basta scavare soltanto un poco. Il terreno è stato usato come discarica illegale di rifiuti tossici per almeno 20 anni: lì sotto potrebbe esserci di tutto. 


Scorre il tempo (prima parte)


Una zona della regione Campania ribattezzata la TERRA DEI FUOCHI, una zona che necessità il prima possibile di una bonifica totale e non con finanziamenti di propaganda governative come ha asserito il presidente del consiglio a Bagnoli lo scorso 13 novembre "Abbiamo approvato il decreto a partire da 50 milioni, pronti dal 2015, per l'area di Bagnoli dopo 21 anni di indolenze e ritardi", spiega il premier, che entra nel dettaglio. "L'obiettivo è bonificare del tutto l'area di Bagnoli da qui ai prossimi 24 mesi.


Scorre il tempo (seconda parte)

È un'operazione che si può fare». Ossia «chiudere il pacchetto bonifiche e poi lanciare un progetto strategico simile all'Expo». Il premier annuncia anche che "affida alla Regione Campania 150 milioni per eliminare, con il sostegno di Anac in modo serio e rigoroso la piaga delle ecoballe", aggiungendo che il decreto prevede 150 milioni per il piano sul dopo-Expo. Renzi precisa che "150 milioni per la Terra dei Fuochi fanno il paio con i 150 del 2016 e a questi si sommano i 150 del 2017, già stanziati con la legge di Stabilità". Stanziamenti per "eliminare in modo molto serio e rigoroso la piaga delle ecoballe in particolare in una parte del territorio in provincia di Napoli."

Scorre il tempo (terza parte)



Scorre il tempo (quarta parte)


Scorre il tempo (quinta parte)




OCCORRE BONIFICARE TUTTO, MAGGIORMENTE I RESPONSABILI.


Trovati rifiuti anche ad una profondità superiore ai 9 metri e sono trascorsi più di 4 mesi da quando a Calvi Risolta in provincia di Caserta, in un area dismessa dalla Pozzi e Ginori, sono emersi rifiuti pericolosi di origine industriale. Si tratta, probabilmente, della discarica sotterranea più grande di Europa, da come affermano i tecnici del Corpo Forestale dello Stato. Un estensione quasi di 25 ettari, un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti. Le analisi compiuti dalla seconda università di Napoli, su campioni prelevati , hanno mostrato la presenza di rifiuti speciali pericolosi: zinco, piombo, idrocarburi. Alcuni campioni contengono cromo, clorometano di rilevante e grave pericolosità. 


Dopo appena 4 mesi, in molti, sembrano aver dimenticato la bomba ecologica di Calvi Risolta. 

Poco si parla della discarica conosciuta per lo smaltimento di migliaia e migliaia di rifiuti tossici ed industriali nella grande area di Giuliano. 220 ettari in cui esistono parecchie discariche che hanno connotato il traffico illecito dei rifiuti della possibile contaminazione di matrice ambientali. La discarica di Resi è stata bloccata un anno fa per paventata contaminazione di Mafia Capitale, in corso in questi mesi nel Consiglio di Stato.

Non dimentichiamo che il rischio di disastro ambientale vero è quello del percolamento di questi rifiuti interrati verso la falda acquifera, quindi di estrema urgenza partire con i lavori di messa in sicurezza. Invece quello che è in atto, dai pochi dati che si hanno, anche l'aria che parte da queste aree non è per nulla salubre per le popolazioni nelle vicinanze. La gran parte delle aree a rischio, per fortuna, sono state individuate, se dunque serve un azione a tutela degli agricoltori e dei prodotti agricoli di eccellenza che ristabilisca la verità sulla natura e la dimensione dei danni subiti da anni di incapace gestione del ciclo dei rifiuti e di mancata tutela del territorio, che cancelli l'idea di una regione tutta inquinata e disseminata di scorie, è anche vero dove questo è accaduto non si può ne dimenticare ne minimizzare.



Le bonifiche in queste aree inquinate inizieranno, e quanti soldi sono stati stanziati in Campania? Da quello che risulta al momento i soldi stanziati per la bonifica sono di 450 milioni di euro, a questo però non fa nessuno riscontro all'avvio di nessuna bonifica come dice Michele Buonomo responsabile Legambiente campania, una nota dolente che per le bonifiche siamo ancora all'anno zero. Buonomo prosegue "Dove si è iniziato ci sono anche difficoltà di tipo giudiziario, per cui occorre concentrare fortemente il campo dell'attenzione". 

Una multa forfettaria di 20 milioni di euro per non aver posto rimedio alla disastrosa gestione dei rifiuti in Campania ed aver violato le norme europee. Italia condannata ancora una volta e il conto diventa sempre più salato, economicamente un bagno di sangue, per quei 6 milioni di ecoballe. Cumuli di rifiuti pressati teoricamente per lo smaltimento degli inceneritori, lasciati a marcire all'aperto inquinando il territorio campano come è accaduto a Taverna del Re, vicino a Giuliano, ed in tanti altri posti. Saranno sufficienti quei 450 milioni di euro stanziati dal governo? 

Il problema dei rifiuti in Campania non è legato solo all'ecoballe, ci sono anche i roghi ed i sversamenti illegali di liquidi di laboratorio, come quelli dell'ospedale di Aversa, individuati dai carabinieri, per non parlare poi dei rifiuti nascosti da diverse industrie del nord Italia. La giunta De Luca pensa all'ecoballe, ma non solo, "NO inceneritori, NO nuove discariche, 450 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti. Per 20 anni l'ecoballe si sono accumulate nel nostro territorio, l'intenzione è che a partire dai prossimi mesi e necessario invertire il processo radicale dello smaltimento" come ha affermato Emilio di Marzio, portavoce presidente della regione Campania. 

Il M5S chiede chiarezza per come saranno spesi quei soldi. Salvatore Micillo - parlamentare 5S - "La prima cosa che abbiamo sentito da De Luca è che non vuole gli inceneritori su queste terre, noi speriamo vivamente che non ci siano nuove costruzioni di inceneritori, però ci deve spiegare cosa farà di questi soldi. Ovvero la bonifica interessa solo la Taverna del Re, quindi solo una piccola parte della Terra dei Fuochi, o inizierà una propria e vera bonifica quella che manca fino a questo momento. Noi vorremmo sapere quell'ecoballe che fine faranno" 

E' del tutto evidente che la questione si allarga alle varie emergenze rifiuti che si sono susseguite per decenni in Campania, i soldi sono arrivati come verranno impiegati? Li vogliamo impiegare per l'ecoballe, li vogliamo impiegare per progettare uno nuovo tipo di smaltimento o saranno soldi smaltiti su vari canali di corruzione coadiuvati da inefficienze amministrative e burocratiche. 

Sicuramente 450 milioni di euro è un punto di partenza, ma sicuramente importante, in questa fase, è proprio l'opinione pubblica vigili sulla reale attuazione delle bonifiche, altrimenti si rischia di perdere un altra occasione.

Occorre anche che la vigilanza dei cittadini anche attraverso i social network, delle denunce che arrivano su Facebook, siano raccolte dall'amministrazioni locali, le quali descrivono una situazione che è ancora in piedi, ci sono ancora fuochi dove continuano a bruciare nelle piazzole delle strade provinciali che unisce Napoli a Caserta.  
Secondo Legambiente i roghi si sono dimezzati negli ultimi anni, ma rimangono comunque troppi ed insopportabili. 

Occorre quindi lavorare sulla radice di questo male, in quanto i roghi non sono alimentati da rifiuti domestici ed urbani,  sono roghi di rifiuti speciali industriali. Evidentemente in Campania si continua a produrre in maniera illegale, fuori da ogni controllo. La Terra dei Fuochi continua a bruciare, non saranno i più 6.000 roghi che in un anno e mezzo, dal gennaio 2012 ad agosto del 2013 che avvelenarono l'aria sul confine tra le provincie di Napoli e Caserta ed altre zone nella provincia di Napoli, in particolare a ridosso del Vesuvio, ma gli incendi  segnalati dal comitato della terra dei fuochi, rimangono una bomba ambientale con effetti negativi sulla salute. Una situazione di drammaticità.