giovedì 18 settembre 2014

Disegno turbo liberale


Con il crollo del "socialismo reale", terminata l'epoca del dominio bipolare Usa-Urss, il potere finanziario poteva finalmente liberarsi del vecchio assetto costituzionale.
Il costo del keynesismo dello stato democristiano era troppo elevato compreso una spesa pubblica elevata che non permetteva l'entrata in Europa. Si trattava di operare un salto storico, e non solo politico. Chiudere con la Prima Repubblica, consociativa, corrotta, ma anche statalistica e keynesiana, dotata di un minimo di politica estera indipendente (Craxi, Andreotti). Oligarchie internazionali, Panfilo Britannia e banchieri apolidi (Ciampi) fecero il resto. I “comunisti” per non sporcare il nobile nome di comunismo, ci saltarono sopra come su di una “gioiosa macchina da guerra” (Occhetto), ansiosi di riciclarsi da venditori e piazzisti della via italiana al socialismo a partito degli “onesti” rappresentanti delle oligarchie capitalistiche e della NATO (D’Alema nel Kosovo 1999, Napolitano nella Libia 2011).

Nel nostro Paese il capitalismo d'assalto interessato a sguinzagliare i procuratori lasciando che magistratura e potere politico arrivino allo scontro, per imporre il ricambio di classe dirigente a colpi di imputazioni e custodia cautelare. La sovversione dall'alto avviene facendo leva sui contrasti interni allo "Stato autoritario di diritto" costruito con la legislazione emergenzialistica negli anni dei governi di unità nazionale e il nuovo nemico pubblico diventa "l'inquisito", il politico corrotto.


La magistratura inquirente ne è inebriata, la “consonanza con la società civile” la porterà ben oltre il suo “mandato speciale”, i media trasformano i magistrati in eroi-giustizieri popolari, immacolati e impavidi. 

Le inchieste a carico dei “potenti”, fino al 1992, sono state rarissime e quasi sempre bloccate dalle gerarchie giudiziarie in aperta collusione con chi governava il paese, fungendo da apparato di repressione nei confronti dei movimenti sociali e antagonisti disvelando la reale natura di uno Stato che, con i mezzi più diversi, ha represso, spesso brutalmente, il movimento operai e contadino e tutti coloro che si battevano per un'effettiva applicazione dei principi costituzionali. 
Magistratura con compiti di cambiamento sociale e di moralizzazione della politica e chi non si è opposto, anche solo con critiche costruttive, agli eccessi e agli “straripamenti” del potere giudiziario in quegli anni vi sono state inopportune, e controproducenti, incursioni della magistratura nella politica. 

Mani Pulite è stata una stagione che ha visto il rilancio dell'azione penale come strumento di lotta politica e regolazione sociale e l'arresto come il più efficace dei mezzi istruttori, una stagione che emarginò con violenza quanti pensavano che il processo penale era soltanto l'accertamento di un reato e non uno strumento di lotta poliica. 
In quei anni la sinistra ha abbandonato lo Stato sociale in favore dello Stato penale ed è iniziata l'antipolitica. Lì è iniziata la svolta neo liberale nel nostro paese. 
Venne Berlusconi (quell in cui gli italiani sono stati costretti a dividersi in due soli partiti: il partito dei B e il partito degli anti-B.Ora che non c’è più Berlusconi, bisognerà trovare dei nuovi “fascisti” e dei nuovi “populisti”, ma non sarà facile perché Alfano non si presta. ed ad un primo bilancio antropologico-culturale di quella vera e propria oscenità storica che è stato l’antiberlusconismo, la cui funzione storica di fondo è stata quella di far dimenticare la dipendenza interna del neo liberismo e dei mercati a quel conglomerato sociologico di ingenui che in Italia ha preso il nome di “sinistra”. 

La Prima Repubblica finisce con Mani Pulite, che fu un colpo di stato giudiziario extraparlamentare operato congiuntamente da fantocci giudiziari di destra, di centro e di sinistra e avallato dal circo mediatico.


Berlusconi è stato indebolito certamente dalle campagne di stampa e dalla sua vergognosa e ingiustificabile vita privata di vecchio satiro incontinente, ma è stato rovesciato e commissionato dai cosiddetti “mercati”, spread, eccetera. Egli era tollerato fino a che si pensava che potesse attuare quella normalizzazione anglosassone del capitalismo italiano che tutti gli ingenui di origine azionista invocano da un secolo come l’unico modo di guarire un “popolo delle scimmie” .Il capitalismo europeo non aveva mai potuto omologarsi in più di un secolo al modello americano del dominio assoluto dell’industria e della finanza, ma era stato costretto ad accettare quelli che le canaglie liberali e liberiste avevano chiamato “lacci e lacciuoli”, e di cui avevano auspicato per un secolo la fine. 

Il ceto intellettuale ha certamente intrattenuto per mezzo secolo lo scontro simbolico e virtuale fra anticomunismo in assenza di comunismo e antifascismo in assenza di fascismo trovando chi era disposto a crederci, compreso chi scrive fra il 1960 e il 1990. Ma oggi cominciamo finalmente a capire, con la torpida lentezza di chi si è fatto abbindolare per ideologismo identitario troppo a lungo, che la posta in gioco era un’altra: la fine della eccezione capitalistica europea e l’omogeneizzazione totale del capitalismo europeo all’unico modello americano. 
E l’opposizione? Certamente vi sarà, ma temo che non abbia senso nutrire troppe illusioni. Il movimento degli indignati? Certo, sono mille volte meglio di quelle vere e proprie prese in giro che sono stati i movimenti altermondialista, almeno costoro se la prendono con le oligarchie finanziarie. 

Il baraccone ideologico che noi stessi abbiamo messo al potere (Gad Lerner, Floris, Travaglio, Santoro, Ferrara, eccetera) è formato da esperti in vaselina e in penetrazione indolore! La marmaglia anti-B che ne ha festeggiato la partenza urlando sconci insulti adesso sarà contenta con l’arrivo del tempo della vaselina. 

Disegno neo liberale

L’economista Emiliano Brancaccio ci fa notare che, secondo la società finanziaria americana Jp Morgan, uno dei limiti della Costituzione è ostacolare gli interessi di chi sarebbe intenzionato a fare shopping finanziario a buon mercato nel nostro paese. 

http://www.imolaoggi.it/2013/06/30/jp-morgan-contro-la-costituzione-italiana-che-ostacola-lo-shopping-straniero-a-buon-mercato/