martedì 22 maggio 2012

Un fantomatico mercato




In Europa, come nel resto del mondo le borse, oggi, sono nelle montagne russe. Domani scendono, dopo domani salgono. I governi dicono che non hanno soldi e poi invece insieme alle banche centrali stanziano la bellezza di 3000 miliardi di $, più o meno l’8% del PIL mondiale, garantiti dai rispettivi governi, quindi garantiti dai cittadini. Questo per tappare le falle dei bilanci delle banche, garantendogli i prestiti, una assicurazione completa al sistema bancario. Come se non bastasse gli stati si mettono a sostenere l’economia reale, guarda caso cominciando a sostenere il mercato dell’automobile, non solo, ma vedendo lo spaccato dell’economia mondiale odierna:


ESISTONO 2 MONDI:


1)      l’economia reale da 70.000 miliardi di $, praticamente il PIL mondiale
2)      un mercato finanziario derivati compresi, che fa girare 700.000 miliardi di $
Tale rapporto significa che i signori apprendisti stregoni, i maghi Merlino della finanza, sono riusciti a moltiplicare per 20 il lavoro di ciascuno di noi, facendolo diventare fonte di ricchezza per loro esentasse. Su quei 70.000 miliardi di $ tutto il mondo paga le sue tasse, finanziando le spese dei governi, la spesa pubblica comprese quelle di sostegno del sistema bancario. Anziché elargire un poco di soldi ai poveracci che stanno perdendo casa grazie a mutui truffa costruiti dalle banche stesse.
Poi ci si lamenta che qualcuno cerca di non pagare le tasse, OVVIO, le sente come un debito non dovuto. Come più volte ripetuto che se il popolo italiano prendesse coscienza di come funziona il meccanismo del debito pubblico, nessuno pagherebbe un centesimo.
Cerco di spiegare in parole semplici come ci stanno rovinando.
Supponiamo che ha fronte di una massa monetaria preesistente nel 1990 ci sia stata la prima emissione monetaria. Nel 1991 avremmo dovuto pagare gli interessi su quella emissione, quindi l’interesse di un anno di un esiguo capitale. La massa monetaria non ne risente eccessivamente, subisce un sensibile aumento pari alla quantità di denaro erogato dal sistema bancario meno gli interessi pagati l’anno successivo. Significa  che chiunque avesse avuto bisogno di liquidità il sistema avrebbe garantito il suo debito. Inoltre supponiamo che nel 1995 sia avvenuta la seconda emissione, in realtà le emissioni avvengono ogni qual volta lo stato ha necessità di denaro più volte in un anno, si può notare che gli interessi pagati sono relativi al capitale appena erogato  aggiunti del capitale circolante erogato nel 1990 la massa totale è ancora abbastanza ampia. Nel 2000 supponiamo che sia avvenuta la terza emissione. Si nota che gli interessi pagati sono relativi al capitale relativi appena erogato aggiunti degli interessi ricapitalizzati maturati dal capitale circolante erogato nel 1990 e 1995. Comincia ad essere un debito consistente, quindi pagare gli interessi significa togliere una fetta consistente dalla massa monetaria, la quale comincia a scendere sensibilmente. Così anche nel 2005 si ripropongono gli stessi scenari. Nel 2010 con l’ennesima emissione gli interessi ricapitalizzati da pagare sono relativi a quelli maturati da tutta la massa circolante dal 1990 in poi, più quelli relativi all’ultima emissione. A questo punto si nota che la massa monetaria totale è scesa di molto nonostante le emissioni siano state sempre regolari, o di maggiore importo come si vede dall’andamento dalla linea verde. Questo andamento è dovuto per pagare gli interessi dalla massa monetaria emessa, abbiamo dovuto togliere i soldi dalla massa monetaria stessa, e dove se no? Visto che la banca centrale nell’emettere moneta non ha emesso la cifra per pagare gli interessi, i quali con il passare dei decenni si sono moltiplicati esponenzialmente, avvicinandosi alla massa monetaria in circolazione.
In un quadro del genere le imprese cominciano a soffrire di credito, e tutti siamo un poco soffocati da una mancanza di liquidità, praticamente notiamo che i soldi non girano, come sta accadendo in questi giorni. Sorge una domanda: “Quando si ha il vero crash?” Quando i costi del debito pubblico coincideranno e supereranno la massa di denaro necessaria ad effettuare i scambi commerciali. Questo da un analisi economica basata sul calcolo puro e semplice degli interessi avverrà molto presto se il popolo italiano non si riappropria dell’emissione della moneta.
Le banche ci governano, la nostra libertà è ormai un ricordo, la manovra fiscale di Monti va totalmente a danno del popolo. Tutto per far ingrassare i banchieri e consentire a loro di praticare il signoraggio indisturbatamente.
Infatti nel decreto “Salva Italia” del governo Monti è compreso l’abbassamento del limite delle transazioni in contanti. Molti penseranno che questo è un provvedimento a limitare il sommerso e a combattere l’evasione fiscale. Innanzitutto, a mio avviso, non si combatte con questi provvedimenti che sono solo fumo per gli occhi, l’evasione fiscale è ben altra ed avviene attraverso le banche lussemburghesi, attraverso i conti correnti che mettono in comunicazione in forma anonima due banche e diversi correntisti fra loro, facendo transitare in questi tunnel miliardi di € in forma assolutamente oscura. Dunque a cosa è servita questa manovra? Serve a fare l’ennesimo regalino al sistema bancario, costringendo i cittadini italiani a far passare tutte le proprie transazioni attraverso il sistema bancario, da modo alle banche di aumentare le proprie riserve.
Quando un cittadino paga un bene con la carta di credito o un assegno, gli viene stornata dal proprio conto (conto che realizzato con il proprio lavoro, soldi avvalorati da un impegno quotidiano) la banca li prende e li mette in un cumulo, in un fondo, in una riserva che paga al venditore del bene con un semplice clik di un computer, cioè in quel preciso momento genera del denaro virtuale. Molti diranno, ma se il venditore va in banca e richiede la somma per contanti? E’ possibile, ma non è così, i grandi numeri che riportano le statistiche ci dicono che soltanto il 2% della massa monetaria esistente presso i conti correnti viene richiesto per contanti dai proprietari. Le banche ben conoscono che c’è questo 2% di richiesta, con l’aggravante che questo dato tenderà a calare con il “Salva Italia” e i cittadini non sa più che farsene dei contanti, visto che non li può usare. Di conseguenza avendo una bassa richiesta controbilanciata da un numero di transazioni bancarie più alto, verrà ad aumentare il fondo monetario interno al sistema bancario. Un fondo che banca lo potrà usare come riserva, indica che in base alla legge sulla riserva frazionaria, che consente alle banche di prestare oltre 50 volte il proprio avere, consente alle banche di prestare ancora di più denaro di quanto non possono fare adesso. Questo è il progetto del governo Monti per rilanciare l’economia, sapendo fin dall’inizio che così non potrà in nessun modo favorire le attività produttive, in quanto le banche prestando denaro, continuerebbero ad emettere denaro virtuale e i beneficiari di questi prestiti dovendo restituire il capitale dovranno rastrellare denaro contante dal mercato, contribuendo a demonetizzare ancora di più il mercato, senza contare gli interessi che graveranno su questi prestiti che andranno ad assottigliare la massa monetaria esistente.
Questa la maniera che il governo Monti vuole rilanciare l’Italia, cioè togliendo i soldi in mano ai cittadini?
Questo dunque, dovrebbe essere il colpo di grazia così almeno andiamo in default. Ben venga il collasso dell’economia italiana, ben venga l’uscita dall’Euro, per poter (come ha fatto l’Argentina) adottare una moneta nostra, riappropriarci della sovranità monetaria conseguentemente a quella politica, guardando ad un futuro di lavoro, ad un  futuro di un economia sana non gonfiata e non  pilotata dalle multinazionali, dai grandi capitali, dal così detto mercato. Quando si parla di borsa si fa riferimento sempre ad un fantomatico mercato che risente dei movimenti politici, ma altro non è che grandi multinazionali che costringono ad adottare dei provvedimenti politici a loro confacenti, PENA la perdita di valore delle borse e conseguentemente la perdita di valore dell’economia. Questo è il mercato, il mercato non sono i cittadini che giocano in borsa. Il mercato è i capitali e gli speculatori che operano in borsa, facendo collassare l’economia, se i provvedimenti adottati dal governo non sono in linea con i propri interessi.
Per tanto, questi provvedimenti governativi, se sono in linea con gli interessi delle multinazionali, non possono essere in linea con gli interessi del comune cittadino, che si alza la mattina per andare a lavorare. Una ragione in più perché l’Italia si trova oggi a dover sentirsi dire “ti devi rimboccare le maniche e fare tutti questi sacrifici”. In realtà questi sacrifici non dovrebbero essere pensati perché un economia seria e in un paese dove esiste veramente la sovranità della moneta, qualsiasi debito contratto è comunque un debito interno. La differenza oggi è che il nostro debito è detenuto da un soggetto esterno. Tutto ciò che sta accadendo in Italia e in Europa in questi mesi è che ci stanno togliendo la nostra libertà. La libertà dei cittadini non è solo quella di camminare libero per strada, parlare liberamente e manifestare il proprio credo, ma anche quella di poter tramutare il proprio lavoro in soddisfazione personale, di poter scambiare i frutti del lavoro con un suo simile, senza chiedere autorizzazione o legittimazione ad un terzo soggetto giuridico, intromessosi abusivamente.
Molte volte mi domando “cosa sono i soldi, a che servono?” e ripenso all’età della pietra, dove il pastore aveva bisogno di avere un poco di verdura.  Il pastore si recava dal contadino offrendogli una ricotta in cambio di varie piante di ortaggi e della frutta. Un giorno il pastore ebbe bisogno di una quantità maggiore di ortaggi e frutta, offrendo al contadino due ricotte. Il contadino non accettò lo scambio in quanto temeva che due ricotte erano troppe, perché la seconda ricotta poteva deperirsi con il tempo. Il pastore, a quel punto, prese un sassolino ci graffiò il suo nome e lo dette al contadino in cambio della ricotta e gli disse che quando aveva bisogno di ricotta di riportagli indietro questo sassolino. Il pastore in quel momento aveva creato moneta e il contadino a sua volta poteva darlo ad un terzo soggetto, cioè il sassolino poteva circolare liberamente permettendo al possessore di riscuotere la ricotta del pastore.
Ora se applichiamo questo semplice concetto all’economia, potremmo noi scambiarci i sassolini, con una banca che sia la nostra, creata da uno stato con una banca statale che possa ricevere i nostri sassolini, prestarli a chi ha bisogno con un piccolo interesse controllato. Questa si chiama economia sociale sana in cui è al centro l’interesse di tutti e non di pochi. Oggi nel mondo succede tutt’altro.
Paolo Ferrero, quando spiega che non è necessario fare la manovra Monti. E' in corso da tempo una speculazione finanziaria sui titoli di stato italiano, perché -- sostiene Ferrero -- la banca d'Italia non acquista più, come invece avveniva prima dell'avvento dell'euro, il debito pubblico italiano. L'Italia dovrebbe prendere esempio dalla banca giapponese o da quella tedesca che acquistano i rispettivi i titoli di stato per calmierare il mercato.

Per impedire che continui la speculazione occorre che i titoli di stato siano acquistati direttamente dalla banca centrale, cioè da chi batte la moneta: è inutile versare l'acqua in una vasca, cioè rastrellare denaro con le manovre finanziarie per contenere il debito pubblico, se non si tappa quest'ultima, cioè se non si arresta la speculazione in atto come purtroppo sta ancora avvenendo in Grecia, dove gli speculatori continuano ad agire sapendo che l'Europa continuerà a versare soldi.


mercoledì 9 maggio 2012

Il suicidio e l'auto in corsa

Il problema dei suicidi e così come è in generale il problema sulla riflessione sulla morte in quanto è l’unica esperienza della quale non esistono persone che possono riferire. Cioè mentre di qualunque altra esperienza dell’esistenza delle persone, per esempio la malattia, è possibile disporre di materiale di prima mano, riferita relativamente a quell’esperienza, della morte e quindi anche del suicidio, non è disponibile questo tipo di materiale. Chi parla della morte e del suicidio parla di esperienze altrui, a narrazione unica.
Detto questo parlando di suicidio non si debba generalizzare, non si può generalizzare, perché ci sono suicidi e suicidi. Per esempio, ci sono suicidi accidentali, ossia tramite assunzioni di sostanze stupefacenti, oppure tramite comportamenti estremi che non sono finalizzati al suicidio. Poi ci sono suicidi programmati e studiati nei minimi particolari, come l’eutanasia; pratica che va di moda in Svizzera. Una terza categoria è quella del suicidio dovuto ad un improvviso “raptus”. La quarta categoria è il suicidio derivante dal profondo malessere, dal profondo disturbo di depressione. Nel caso specifico dei suicidi che ci sono stati fino ad esso in Italia, al di la della narrazione che gli organi di stampa ne fanno, non sapremo mai quanto si tratta di un raptus o delle conseguenze della crisi economica. Di certo è anche un tentativo di fuga, da un male insopportabile, da un male oscuro con la necessità di uscirne compiendo l’estremo gesto.
Veniamo al punto. La società ha qualche responsabilità a tutti questi suicidi chi si stanno verificando oggi in Italia? E’ difficile negare che i contesti fanno la differenza, se dobbiamo usare la categoria di responsabilità, dobbiamo fare riferimento ad una rete ravvicinata al soggetto suicida. E’ evidente che esistono delle condizioni ambientali legate alla qualità delle relazioni in cui il soggetto è immerso. Un sistema di relazioni incapace di prendersi cura dei singoli è evidentemente un sistema che previene meno l’esito infausto del suicidio. La funzione della rete societaria in cui il soggetto ne fa parte, è una funzione ambivalente ma fondamentale. Ossia svolge una funzione si di controllo ma anche di sostegno. Questa considerazione ci consente di dire che le ricerche, con tutti i limiti che queste hanno, ci dicono che i suicidi sono più frequenti in quei territori, in quei paesi, in quelle culture nelle quali la rete societaria di sostegno: gli amici, i parenti e della società stessa è molto più debole, una rete a maglie larghe. Nei paesi nordici, nei paesi rigidi culturalmente, il caos è molto sotto controllo, imbrigliato in un sistema di controllo molto forte, che però non si fonda su una rete di relazioni, ma su un sistema di regole, di ruoli, un sistema molto ingiuntivo, un sistema con una rete a maglie molto fitte. Queste reti a maglie fitte, consentono un forte controllo sulle persone, ma anche un grandissimo sostegno. Tutto questo ci fa pensare che c’è una maggiore tolleranza dell’errore in questo tipo di cultura.
C’è un minor senso di colpa incombente in cui la società grava molto di meno nell’area dell’individuo, c’è una maggiore comprensione culturale nei confronti della trasgressione, dell’errore, della scorrettezza. Questo è evidente che diluisce il clima rendendolo più sensibile aumentando la qualità di appoggio che stanno intorno alle persone.
Nelle culture dove l’apparire è molto importante, sono esattamente le culture caotiche, al contrario nelle culture del nord Europa, Norvegia, Svezia ciò che conta sono le regole è quello che fa la differenza, la rigidità sui confini su chi sta dentro e chi sta fuori, su chi si mette contro e su chi si mette a favore. Confini dei ruoli, i confini delle regole, i confini del lecito e dell’illecito, nei paesi molto puliti, in territori molto puliti, nel senso letterale del termini nei quali si cammina e ci si rende conto che si vive in un posto molto controllato, dunque tendenzialmente il caos è tenuto sotto controllo. Non corrisponde però alla preferenza dell’apparire rispetto all’essere, che invece è tipica nelle culture che non tengono sotto controllo il caos, rispetto alle quali per emergere bisogna apparire.
Bauman affermava che viviamo già da tempo un epoca liquida, per dire che è un epoca in cui la struttura della società non ha più quella solidità necessaria che consentiva in qualche modo di arginare alcune deformazioni sociali. In realtà siamo da tempo in una società gassosa, siamo andati oltre la società liquida. In una società gassosa, ossia una società che perde i punti di riferimento i più deboli soccombono.
Un antropologo, Felice di Lerna, afferma che, usando la metafora dell’automobile in corsa, la caratteristica della post-modernità è l’accelerazione. Su tutta una serie di ambiti, compreso anche il mercato, i viaggi ed i trasporti il mondo fondamentalmente ha subito in quest’ultimi anni un accelerazione profonda. L’antropologo facendo riferimento a questo fenomeno dell’accelerazione utilizza questa metafora dell’auto in corsa dicendo una cosa molto semplice. Quando guidi un auto, se guidi a 60 kmh il conducende discute con i suoi passeggeri, se guidi a 90 kmh, pure avendo un rettilineo davanti, il conducende già comincia a parlare meno con i suoi passeggeri, magari ascolta ma comunque rimane concentrato sulla guida. Se guidi a 150 kmh automaticamente il conducende smetterà anche di prestare attenzione, perché sarà fortemente concentrato sulla guida perché deve governare l’auto, deve evitare che vada fuori strada. Inevitabilmente il conducende si isolerà dal resto dei passeggeri.
Questa metafora in sostanza mette insieme, la causa, ossia il fenomeno di partenza che è quello dell’accelerazione strutturale della società con la conseguenza immediata sulle reti più prossime alle persone, cioè il silenzio. Essenzialmente, dice Lerna, in questo tipo di società in questo momento, i più deboli soccombono perché perdono la rete societaria di riferimento. In questa società, verosimilmente la persona che si suicida che non ha il lavoro, non sapendo se si suicida per umiliazione, per mortificazione, perché veramente non riesce a portare il pane a casa. Se ci pensiamo è un paradosso, la persona che si suicida non potendo portare a casa il pane, fa un gesto paradossale; perché da quel momento le persone di cui si preoccupa non avranno più neanche lui a disposizione, anzi avranno un problema in più da gestire la morte, il lutto e l’assenza di questa persona.
Probabilmente in una società tradizionale più arcaica, questo non sarebbe successo in quanto i sistemi di presa in carico di contenimento, la lentezza di quella società avrebbe in qualche modo impedito il gesto estremo e lo avrebbe diluito in una serie di pratiche, di riti e di contenimento della disperazione. Contenimento della disperazione che oggi noi non abbiamo più a disposizione.
Quersto nostro paese ha tra le sue principali caratteristiche, i principali tratti distintivi sono l’ipocrisia e l’isteria. Ha una capacità di stupirsi di cose senza significato, di cose effimere superiore a qualunque altro popolo e continuerà sempre più a stupirsi. In realtà più che stupirsi bisognerebbe attrezzarsi, operando un inversione ad “U” dei paradigmi di sviluppo. La storia ufficiale di questo paese che ormai, anche dal punto di vista caricaturale, viene sintetizzata “ce lo chiede l’Europa”. Questo pensiero egemone e un pensiero folle, è l’esasperazione della metafora dell’auto in corsa, pensiamo al discorso del TAV, va esattamente su questa direzione. Lo sviluppo di un paese è determinato dal numero di ore in meno dei mezzi di trasporto metteranno per raggiungere un luogo. Se non si recupera una dimensione, anche di decrescita con tutti i limiti delle teorie più famose, un nuovo obiettivo dell’idea di sviluppo che non sia essenzialmente di tipo economico, legato alla ricchezza, è evidente che qualcuno che non riesce a stare dietro a questa accelerazione soccomberà. Esasperando la metafora dell’auto in corsa, chi si butta fuori dalla macchina non regge più, non solo il silenzio, ma non regge la velocità, mentre la macchina continuerà a correre. Il tempo per riflettere a tale causa sarà pochissimo, perché non si potrà distogliere lo sguardo dalla strada. Chi si fermerà per riflettere e per parlare gli verrà risposto che l’Europa che ce lo chiede.  

venerdì 4 maggio 2012

Un buco nell'acqua


Credo che non sarà un buco nell’acqua perché alla fine coloro che anno organizzato questa offensiva contro l’Italia, chiamiamola proprio così “un offensiva dall’esterno contro l’Italia”. Hanno potenti mezzi di dissuazione, non sono naturalmente onnipotenti, ma insomma i grandi centri della finanza internazionali che sono dietro a questo attacco all’Italia, sono molto potenti e hanno strumenti tali da poter condizionare anche il comportamento di forze politiche decisive nel nostro paese, quindi l’operazione andrà avanti, altrimenti il Presidente della Repubblica non si sarebbe sprecato così tanto per costruirla, questo è il primo punto.
Naturalmente è un operazione bluff, nel senso che questo attacco è un attacco senza destino in quanto il professore Monti, se ci riesce, guiderà il governo italiano in un momento in cui l’Italia andrà sempre più in depressione, ci andrà non da sola, ma in compagnia dell’intera Europa, perché l’Europa andrà in recessione nei prossimi anni, secondo tutti i dati delle stesse fonti europee. Quindi pensare ad un risanamento dell’Italia in caduta libera, in questa situazione non è praticamente possibile, per cui sarà un buco nell’acqua, ma sarà un buco nell’acqua catastrofico per il contribuente italiano, per il lavoratore italiano, per il pensionato italiano, percé il signor Monti viene in Italia per applicare le norme di un Europa che va a fondo, ma queste norme sono molto gravi e significano drastici tagli alla condizione di vita di larghissime masse popolari, non più soltanto lavoratori, ma anche settori cruciali dei ceti medi, riduzione dei salari, libertà di licenziamento, compressione delle spese sociali, tutte cose che graveranno drammaticamente sulla vita dei cittadini.
Naturalmente tutto questo viene fatto in base ad una scommessa che gli italiani sopporteranno, scommessa da ritenere mal fondata, perché ci sono limiti oltre i quali la gente:
  1. non crede più alle storie che gli sono state raccontate
  2. non è disposta a rinunciare così facilmente alle sue condizioni di vita
per cui questa scommessa è una giocata alla roulette su un numero solo, può andare bene, ma con buona probabilità andrà male per gli organizzatori.
La domanda alla quale viene da rispondere è: chi sono questi organizatori? Ritengo che siano i grandi gruppi della finanza internazionale, guidati dalle grandi banche d’investimento la cui più famosa, ma non l’unica, Goldaman Sachs. Ci sono anche altri gli altri come CityGroup, Bank of America, Deutsche Bank, tutte le banche che sono andate in fallimento tra il 2007 e il 2010, sono andate i fallimento perché sono fallite, tecnicamente fallite, ma che hanno recuperato fantasticamente dopo essere state ricapitalizzate dalla Federal Reserve. Federal Reserve che ha erogato 16 trilioni di dollari inesistenti, inventati per tenerla in piedi, dopo di che queste banche con questi soldi dove sono andati a finire?
Si sono gettate su gli unici asset che ritenevano praticamente invincibili, immarcescibili, ovvero erano gli asset dei bond degli stati europei che essendo protetti dall’euro, venivano considerati impossibilitati ad andare i default, impossibilitati ad azzerarsi o a vanificarsi, come invece era accaduto per tutti gli asset dei così detti mutui facili su cui ha fiorito la finanza americana nel corso di questi ultimi anni.
Questi gruppi della finanza spregiudicata, si sono precipitati in europa ed hanno cominciato a comprare i buoni del tesoro, le emissioni delle banche centrali europee, ma non qualunque buoni del tesoro, sono andati alla ricerca di quelli che avevano i più alti tassi d’interesse. Proprio di quei paesi che erano in difficoltà, infatti sono andati a comprare i bond greci in primo luogo, perché erano i più esposti che davano tassi d’interesse più alti, poi sono andati a comprare quelli italiani, anche essi, vista la dimensione del nostro debito pubblico.
Soprattutto l’Italia è un paese che meglio di tutti gli altri era aggravato da un debito privato, ricordiamoco che il conto dei debiti privati italiani è tra i migliori in assoluto dell’Europa, ossia gli italiani hanno soltanto un debito privato del 42% del PIL, quando per esempio la Gran Bretagna ha un debito privato del 103% del PIL, per cui quando si dice che l’Italia è un paese praticamente al fallimento, si dice una menzogna gigantesca che è stata artificialmente creata da questi signori, perché se si mette insieme il debito privato e il debito pubblico, l’Italia sta molto meglio della Francia, del Belgio, della Spagna, della Gran Bretagna, sta un pò meno bene della Germania.
E’ evidente che questa storia secondo cui l’Italia è in banca rotta è una menzogna colossale organizzata dai mercati o meglio dalla finanza internazionale, che quindi è venuta per catturare e comprarsi l’Italia a basso prezzo con soldi fittizzi, inventati dagli Stati Uniti usando le leve legislative che l’Europa ha offerto alla finanza mondiale. Ci sono decine di prove che l’Europa legifera sulla base delle indicazioni di questi centri, cioè a dire “sono i consiglieri della Goldman Sachs che impongono all’Europa le norme giuridiche con cui deve essere avvantaggiata la finanza internazionale. Tutto questo discorso è interamente costruito sulla base di una pressione speculativa che va chiaramente contro i popoli. Il motivo è molto semplice, perché hanno da piazzare i loro soldi finti, con il fine di comprarsi l’Italia, la Grecia, la Spagna, l’Irlanda e tutti i loro beni le terre, gli asset, gli edifici, le ricchezze artistiche e culturali.
Quindi noi di fatto stiamo svendendo inutilmente ed erroneamente le nostre ricchezze ad un gruppo di speculatori che si può calcolare sulla punta delle dita di due mani se vogliamo essere precisi, a una trentina di farabutti, che si gettano letteralmente come dei caimani sulle prede che vengono loro offerte dalla legislazione europea.
Perché è l’Europa direttamente responsabile di questo obbrobrio. La commissione europea e anche il parlamento europeo che ha votato e ha approvato queste norme. Di fatto siamo schiacciati in una trappola. Il signor Monti è l’esecutore di questi ordini, viene in Italia per eseguire questi ordini e gli italiani dovrebbero rispondere che questi ordini non li accetteranno. Ma haimè questi ordini sono già in via di esecuzione. Dovevamo costruire un governo sulla volontà popolare di risanare questo paese. Certo l’Italia ha bisogno di essere risanato perché dei 2 miliardi di debito pubblico, una parte rilevante deriva dal fatto che i ricchi non hanno pagato le tasse, i ricchi non hanno pagato le tasse negli ultimi 30/40 anni proprio per niente, violando la Costituzione. Creando un accumulo di tasse non pagate, dati ufficiali della Banca d’Italia, di almeno di 9 trilioni di euro di patrimoni che si sono accumulati in mano di pochissime persone. Dove possono averli accumulati? Soltanto con il loro onesto lavoro? Non ci devono raccontare frottole, siamo stanchi; ci sono in Italia, esattamente come in Europa, decine di leggi che sono specifiche e state scritte nell’interesse degli evasori fiscali e che consentono alle banche italiane, in  questo caso agli evasori fiscali di evadere le tasse.
Quindi è chiaro che sostanzialmente siamo in una situazione del tutto illeggittima e dovrà essere ovviamente regolata anche in diverso modo verso la situazione italiana.