In Europa, come nel resto del mondo le borse, oggi, sono nelle montagne russe. Domani scendono, dopo domani salgono. I governi dicono che non hanno soldi e poi invece insieme alle banche centrali stanziano la bellezza di 3000 miliardi di $, più o meno l’8% del PIL mondiale, garantiti dai rispettivi governi, quindi garantiti dai cittadini. Questo per tappare le falle dei bilanci delle banche, garantendogli i prestiti, una assicurazione completa al sistema bancario. Come se non bastasse gli stati si mettono a sostenere l’economia reale, guarda caso cominciando a sostenere il mercato dell’automobile, non solo, ma vedendo lo spaccato dell’economia mondiale odierna:
ESISTONO 2 MONDI:
1) l’economia reale da 70.000 miliardi di $, praticamente il PIL mondiale
2) un mercato finanziario derivati compresi, che fa girare 700.000 miliardi di $
Tale rapporto significa che i signori apprendisti stregoni, i maghi Merlino della finanza, sono riusciti a moltiplicare per 20 il lavoro di ciascuno di noi, facendolo diventare fonte di ricchezza per loro esentasse. Su quei 70.000 miliardi di $ tutto il mondo paga le sue tasse, finanziando le spese dei governi, la spesa pubblica comprese quelle di sostegno del sistema bancario. Anziché elargire un poco di soldi ai poveracci che stanno perdendo casa grazie a mutui truffa costruiti dalle banche stesse.
Poi ci si lamenta che qualcuno cerca di non pagare le tasse, OVVIO, le sente come un debito non dovuto. Come più volte ripetuto che se il popolo italiano prendesse coscienza di come funziona il meccanismo del debito pubblico, nessuno pagherebbe un centesimo.
Cerco di spiegare in parole semplici come ci stanno rovinando.
Supponiamo che ha fronte di una massa monetaria preesistente nel 1990 ci sia stata la prima emissione monetaria. Nel 1991 avremmo dovuto pagare gli interessi su quella emissione, quindi l’interesse di un anno di un esiguo capitale. La massa monetaria non ne risente eccessivamente, subisce un sensibile aumento pari alla quantità di denaro erogato dal sistema bancario meno gli interessi pagati l’anno successivo. Significa che chiunque avesse avuto bisogno di liquidità il sistema avrebbe garantito il suo debito. Inoltre supponiamo che nel 1995 sia avvenuta la seconda emissione, in realtà le emissioni avvengono ogni qual volta lo stato ha necessità di denaro più volte in un anno, si può notare che gli interessi pagati sono relativi al capitale appena erogato aggiunti del capitale circolante erogato nel 1990 la massa totale è ancora abbastanza ampia. Nel 2000 supponiamo che sia avvenuta la terza emissione. Si nota che gli interessi pagati sono relativi al capitale relativi appena erogato aggiunti degli interessi ricapitalizzati maturati dal capitale circolante erogato nel 1990 e 1995. Comincia ad essere un debito consistente, quindi pagare gli interessi significa togliere una fetta consistente dalla massa monetaria, la quale comincia a scendere sensibilmente. Così anche nel 2005 si ripropongono gli stessi scenari. Nel 2010 con l’ennesima emissione gli interessi ricapitalizzati da pagare sono relativi a quelli maturati da tutta la massa circolante dal 1990 in poi, più quelli relativi all’ultima emissione. A questo punto si nota che la massa monetaria totale è scesa di molto nonostante le emissioni siano state sempre regolari, o di maggiore importo come si vede dall’andamento dalla linea verde. Questo andamento è dovuto per pagare gli interessi dalla massa monetaria emessa, abbiamo dovuto togliere i soldi dalla massa monetaria stessa, e dove se no? Visto che la banca centrale nell’emettere moneta non ha emesso la cifra per pagare gli interessi, i quali con il passare dei decenni si sono moltiplicati esponenzialmente, avvicinandosi alla massa monetaria in circolazione.
In un quadro del genere le imprese cominciano a soffrire di credito, e tutti siamo un poco soffocati da una mancanza di liquidità, praticamente notiamo che i soldi non girano, come sta accadendo in questi giorni. Sorge una domanda: “Quando si ha il vero crash?” Quando i costi del debito pubblico coincideranno e supereranno la massa di denaro necessaria ad effettuare i scambi commerciali. Questo da un analisi economica basata sul calcolo puro e semplice degli interessi avverrà molto presto se il popolo italiano non si riappropria dell’emissione della moneta.
Le banche ci governano, la nostra libertà è ormai un ricordo, la manovra fiscale di Monti va totalmente a danno del popolo. Tutto per far ingrassare i banchieri e consentire a loro di praticare il signoraggio indisturbatamente.
Infatti nel decreto “Salva Italia” del governo Monti è compreso l’abbassamento del limite delle transazioni in contanti. Molti penseranno che questo è un provvedimento a limitare il sommerso e a combattere l’evasione fiscale. Innanzitutto, a mio avviso, non si combatte con questi provvedimenti che sono solo fumo per gli occhi, l’evasione fiscale è ben altra ed avviene attraverso le banche lussemburghesi, attraverso i conti correnti che mettono in comunicazione in forma anonima due banche e diversi correntisti fra loro, facendo transitare in questi tunnel miliardi di € in forma assolutamente oscura. Dunque a cosa è servita questa manovra? Serve a fare l’ennesimo regalino al sistema bancario, costringendo i cittadini italiani a far passare tutte le proprie transazioni attraverso il sistema bancario, da modo alle banche di aumentare le proprie riserve.
Quando un cittadino paga un bene con la carta di credito o un assegno, gli viene stornata dal proprio conto (conto che realizzato con il proprio lavoro, soldi avvalorati da un impegno quotidiano) la banca li prende e li mette in un cumulo, in un fondo, in una riserva che paga al venditore del bene con un semplice clik di un computer, cioè in quel preciso momento genera del denaro virtuale. Molti diranno, ma se il venditore va in banca e richiede la somma per contanti? E’ possibile, ma non è così, i grandi numeri che riportano le statistiche ci dicono che soltanto il 2% della massa monetaria esistente presso i conti correnti viene richiesto per contanti dai proprietari. Le banche ben conoscono che c’è questo 2% di richiesta, con l’aggravante che questo dato tenderà a calare con il “Salva Italia” e i cittadini non sa più che farsene dei contanti, visto che non li può usare. Di conseguenza avendo una bassa richiesta controbilanciata da un numero di transazioni bancarie più alto, verrà ad aumentare il fondo monetario interno al sistema bancario. Un fondo che banca lo potrà usare come riserva, indica che in base alla legge sulla riserva frazionaria, che consente alle banche di prestare oltre 50 volte il proprio avere, consente alle banche di prestare ancora di più denaro di quanto non possono fare adesso. Questo è il progetto del governo Monti per rilanciare l’economia, sapendo fin dall’inizio che così non potrà in nessun modo favorire le attività produttive, in quanto le banche prestando denaro, continuerebbero ad emettere denaro virtuale e i beneficiari di questi prestiti dovendo restituire il capitale dovranno rastrellare denaro contante dal mercato, contribuendo a demonetizzare ancora di più il mercato, senza contare gli interessi che graveranno su questi prestiti che andranno ad assottigliare la massa monetaria esistente.
Questa la maniera che il governo Monti vuole rilanciare l’Italia, cioè togliendo i soldi in mano ai cittadini?
Questo dunque, dovrebbe essere il colpo di grazia così almeno andiamo in default. Ben venga il collasso dell’economia italiana, ben venga l’uscita dall’Euro, per poter (come ha fatto l’Argentina) adottare una moneta nostra, riappropriarci della sovranità monetaria conseguentemente a quella politica, guardando ad un futuro di lavoro, ad un futuro di un economia sana non gonfiata e non pilotata dalle multinazionali, dai grandi capitali, dal così detto mercato. Quando si parla di borsa si fa riferimento sempre ad un fantomatico mercato che risente dei movimenti politici, ma altro non è che grandi multinazionali che costringono ad adottare dei provvedimenti politici a loro confacenti, PENA la perdita di valore delle borse e conseguentemente la perdita di valore dell’economia. Questo è il mercato, il mercato non sono i cittadini che giocano in borsa. Il mercato è i capitali e gli speculatori che operano in borsa, facendo collassare l’economia, se i provvedimenti adottati dal governo non sono in linea con i propri interessi.
Per tanto, questi provvedimenti governativi, se sono in linea con gli interessi delle multinazionali, non possono essere in linea con gli interessi del comune cittadino, che si alza la mattina per andare a lavorare. Una ragione in più perché l’Italia si trova oggi a dover sentirsi dire “ti devi rimboccare le maniche e fare tutti questi sacrifici”. In realtà questi sacrifici non dovrebbero essere pensati perché un economia seria e in un paese dove esiste veramente la sovranità della moneta, qualsiasi debito contratto è comunque un debito interno. La differenza oggi è che il nostro debito è detenuto da un soggetto esterno. Tutto ciò che sta accadendo in Italia e in Europa in questi mesi è che ci stanno togliendo la nostra libertà. La libertà dei cittadini non è solo quella di camminare libero per strada, parlare liberamente e manifestare il proprio credo, ma anche quella di poter tramutare il proprio lavoro in soddisfazione personale, di poter scambiare i frutti del lavoro con un suo simile, senza chiedere autorizzazione o legittimazione ad un terzo soggetto giuridico, intromessosi abusivamente.
Molte volte mi domando “cosa sono i soldi, a che servono?” e ripenso all’età della pietra, dove il pastore aveva bisogno di avere un poco di verdura. Il pastore si recava dal contadino offrendogli una ricotta in cambio di varie piante di ortaggi e della frutta. Un giorno il pastore ebbe bisogno di una quantità maggiore di ortaggi e frutta, offrendo al contadino due ricotte. Il contadino non accettò lo scambio in quanto temeva che due ricotte erano troppe, perché la seconda ricotta poteva deperirsi con il tempo. Il pastore, a quel punto, prese un sassolino ci graffiò il suo nome e lo dette al contadino in cambio della ricotta e gli disse che quando aveva bisogno di ricotta di riportagli indietro questo sassolino. Il pastore in quel momento aveva creato moneta e il contadino a sua volta poteva darlo ad un terzo soggetto, cioè il sassolino poteva circolare liberamente permettendo al possessore di riscuotere la ricotta del pastore.
Ora se applichiamo questo semplice concetto all’economia, potremmo noi scambiarci i sassolini, con una banca che sia la nostra, creata da uno stato con una banca statale che possa ricevere i nostri sassolini, prestarli a chi ha bisogno con un piccolo interesse controllato. Questa si chiama economia sociale sana in cui è al centro l’interesse di tutti e non di pochi. Oggi nel mondo succede tutt’altro.
Paolo Ferrero, quando spiega che non è necessario fare la manovra Monti. E' in corso da tempo una speculazione finanziaria sui titoli di stato italiano, perché -- sostiene Ferrero -- la banca d'Italia non acquista più, come invece avveniva prima dell'avvento dell'euro, il debito pubblico italiano. L'Italia dovrebbe prendere esempio dalla banca giapponese o da quella tedesca che acquistano i rispettivi i titoli di stato per calmierare il mercato.
Per impedire che continui la speculazione occorre che i titoli di stato siano acquistati direttamente dalla banca centrale, cioè da chi batte la moneta: è inutile versare l'acqua in una vasca, cioè rastrellare denaro con le manovre finanziarie per contenere il debito pubblico, se non si tappa quest'ultima, cioè se non si arresta la speculazione in atto come purtroppo sta ancora avvenendo in Grecia, dove gli speculatori continuano ad agire sapendo che l'Europa continuerà a versare soldi.