mercoledì 27 marzo 2013

Dilettanti allo sbaraglio

L’Italia è stata retrocessa in serie B. Negli anni '90 noi eravamo una potenza mondiale, anzi addirittura una delle otto potenze mondiali e avevamo un rating di tripla A, passo dopo passo gradino dopo gradino alla fine siamo scesi addirittura alla serie B. Ossia, le agenzie di rating oggi ci hanno dato la BBB+ che sono soltanto tre gradini sopra la spazzatura. Non c’è di essere soddisfatti della situazione, dobbiamo preoccuparci perché tutte le politiche si sono dimostrate fallimentari. I governi che si sono succeduti non hanno fatto altro che aggravare questo stato di dissesto, nonostante 

Monti cerca di difendere le sue politiche governative dicendo che l’azione del governo è stata positiva, facendo una corsa contro il tempo, però alla fine noi siamo stati degradanti. Passo dopo passo corriamo il rischio adesso di essere nel gruppo del campionato mondiale, addirittura nella categoria dei dilettanti.

Infatti la politica si è già attrezzata a questa nuova situazione ed effettivamente di dilettanti allo sbaraglio stiamo parlando. Sono ormai vent'anni che i dilettanti in questo paese imperano e i professionisti stanno in panchina. Questi dilettanti che nel lontano ‘94, se vi ricordate, quando Forza Italia e Lega Nord riuscirono a vincere e ad essere la prima coalizione dl paese sono diventati ministri, sottosegretari, presidenti della Camera dei Deputati, non sapevano neanche dove mettere le mani. Oggi l’Italia ha una nuova formazione politica di altri dilettanti allo sbaraglio. 

Non c’è nessuna voglia di dare addosso al M5S, che ansi è fatto di persone sicuramente per bene, il problema è un altro, che la soluzione del nostro tormento non viene attraverso questo movimento. Tanto è vero che il loro manifesto politico è il presupposto di ogni democrazia seria di questo pianeta, basti pensare alla Danimarca, alla Norvegia, alla Finlandia ed alla Svezia, nel senso che la politica è una funzione, che gli uomini che si occupano di politica sono soltanto lì per manifestare una funzione in maniera transitoria e temporanea per poi riprendere la loro attività quotidiane. 

Tuttavia questo non può esser l'obiettivo di un movimento politico, è il presupposto della democrazia, è il presupposto che ci hanno insegnato perfino i nostri padri costituenti. E' chiaro che questo paese è diventato una repubblica delle banane e queste cose è ovvio, purtroppo devono essere riproposte e diventare oggetto dell'attività politica quotidiana dei partiti e dei movimenti, ma è ancora insufficiente. Il nostro problema è talmente rilevante che sfortunatamente la strada, che stiamo percorrendo, sembra disegnata come quella della Grecia, come del default della Grecia. 

Se i negozi chiudono, gli esercizi commerciali non riesco ad aprire, i giovani non riesco a trovare lavoro, le fabbriche alla fine diventano un deserto industriale di questo paese, la situazione è estremamente complessa, ed avere un po' di giovani sicuramente bravi, sicuramente per bene non risolve il problema, abbiamo bisogno, purtroppo, di fuoriclasse della politica, abbiamo bisogno in questo momento di campioni, perché il rischio di adeguarci al sistema dilettantistico e trovare adesso persone che vanno a scendere in campo, dei dilettanti allo sbaraglio, non può che amplificare il problema. 

L’Italia ha bisogno di una classe dirigente degna di questo nome, non necessariamente le scuole di partito come esistevano fino a 30/40 anni fa, però qualcosa che si avvicini a obiettivi di più importante, più autorevole, di persone con capacità che abbiano le competenze che sappiamo dove mettere le mani per risolvere il problema. Il paese deve occuparsi di cose serie. Bersani ha sostenuto dopo questa degradazione a serie B, che forse le politiche sono fallimentari, che forse l'austerity disegnato dalla Germania e dalla Merkel, forse non funziona. Allora, Bersani, perché non l'ha detto durante l'anno del governo Monti, perché non l'ha detto in campagna elettorale. 

Ogni volta qualcuno si ravvede degli errori che fa, da un lato abbiamo Berlusconi che pensa e propri interessi e Bersani che è in balia di se stesso, dall'altro abbiamo una serie di dilettanti allo sbaraglio. Io non voglio essere qualunquista, non voglio essere neanche disfattista per andare ha disegnare il deserto dei tartari per dire che non c'è speranza. La speranza c'è, la speranza l'abbiamo, le soluzioni esistono. Io non dico usciamo dall'Euro, io non dico sospendiamo l'Europa che è un grande miraggio, è una grande speranza per tutte le popolazioni di questo continente, però se la politica che è stata portata dagli euro burocrati completamente fallimentare, se l'Italia da ottavo paese più industrializzato del mondo si ritrova ad essere sorpassato da paesi come la Turchia, l'Indonesia, il Brasile c'è qualcosa che non va. 

Vuol dire che la politica disegnata dal sistema europeo non è sicuramente buona, non è sicuramente legittima. Ora facciamo delle ipotesi, come si esce da questa situazione, perché le soluzioni come accennato esistono: cominciamo con nazionalizzare le banche. Nazionalizzando le banche, l’Italia comincia ad avere 40% di debito pubblico che viene compensato perché sono proprietà loro di Monte dei Paschi, Intesa San Paolo e Unicredit. Soltanto con un decreto di nazionalizzazione queste tre banche il 40% del debito pubblico non lo avremo più, perché ritorna di nuovo di proprietà dello Stato, 

Nel frattempo però le banche, siccome sono di proprietà pubblica, comincerebbero ad erogare credito nei confronti dei cittadini, potrebbero dare credito alle imprese, potrebbero rimettere in piedi il sistema economico. In realtà due strade si profilano all'orizzonte; o restiamo in un sistema di libero mercato e dobbiamo accettare tutte le conseguenze anche quelle patologiche, quelle che a noi danno fastidio, come ad esempio quello di considerare soltanto il denaro come valore fine a se stesso, e allora dobbiamo giocare al tavolo dei più ricchi dei più potenti mettendoci all'altezza del sistema neo liberale. 

Ciò significa liberalizzare tutto, significa non liberalizzare soltanto i taxi o le farmacie, ma dobbiamo liberalizzare la politica, liberalizzare la casta dei notai, liberalizzare la casta delle banche e delle assicurazioni, cioè chiunque può dare credito, chiunque può assicurare altri, quindi dobbiamo eliminare tutte le caste, non soltanto gli avvocati, i commercialisti e gli architetti, ma completamente tutto, e accettare la depravazione della regola del libero mercato, se vogliamo che il prodotto interno lordo cresca e che questo sia l'unico parametro sicuro, certo ed efficiente del sistema. 

L'altra soluzione è quello di non accettare che il libero mercato sia l'unica soluzione di questo mondo. Basta fare la politica che ha fatto Chàvez in Venezuela, basta procedere alle nazionalizzazioni delle banche, basta che il prodotto interno lordo di quel sistema cresca e non del sistema europeo. Anche, quindi, di un'Italia svincolata, per il momento, da un sistema europeo. Magari non dicendo di chiudere le frontiere, magari non uscendo completamente dall’Euro, ma anche dando una moneta in circolazione di secondo livello. 
Una moneta più debole che sia di interscambio privato all'interno di questo sistema. Di tutto questo nessuno discute, nessuno ha il desiderio di confrontarsi, di fare un dibattito nel paese, perché in questo momento la cosa più importante è: Renzi io vado a fare il leader, Bersani io voglio andare a fare il leader, Grillo io devo prendere 100% dei consensi, Berlusconi io devo aggiustare le cose mie perché sono già leader, sono già potente e ricco. 
Il panorama è completo di questa situazione. Certo non stiamo male,  stiamo molto peggio di quello che ci viene rappresentato, molto peggio di quello che può sembrare dal circo mediatico che ci è stato congegnato in questi giorni e la situazione non potrà che peggiorare. 

Dopo la tripla B a questo punto non rimane che ulteriori due passaggi, dopo di che diventeremo spazzatura, spazzatura per il mercato libero del sistema economico mondiale, spazzatura dal punto di vista sociale che la recessione economica implicherà necessariamente la recessione sociale, il conflitto sociale e a quel punto qualsiasi salvatore della patria come già avvenuto in momenti di economia di mercato splendente come prima Berlusconi e poi Grillo si affacceranno all'orizzonte a suonare i loro pifferi magici e le folle seguiranno. La storia ci ha insegnato che molte volte questi movimenti populisti si sono trasformati in movimenti reazionari, con la forza hanno garantito sempre i più ricchi e i più potenti. Rinnovare, cambiare, cambiano loro stessi per non far cambiare nulla. Siamo noi popolo che dobbiamo far cambiare le cose ed è per questo che il grido di allarme e di aiuto, nella quale è necessario cambiare le cose, inventando nuove politiche sociali a cominciare dalla Costituzione Italiana.

giovedì 14 marzo 2013

Corto circuito




La fine dei leader politici è alla fine, Bossi, Di Pietro, Fini, Casini, D’Alema, e prossimamente anche Berlusconi. Questa notizia che potrebbe sembrare eclatante, in realtà non fa altro che ripercorre quello che abbiamo sempre detto quello che la logica dei tempi moderni in realtà, rappresenta la fine dei partiti cosiddetti personali. Noi siamo andati dietro troppo a delle virtù carismatiche delle persone che avevano delle funzione leaderistiche, abbiamo abbandonato la cosiddetta partecipazione democratica. Il fatto che il singolo cittadino contribuisca, così come dice la Costituzione, alla vita politica del paese, questo può farlo sia da singolo sia nelle formazione sociali, dove si svolge la sua personalità. 
Così recita la nostra Costituzione, che di solito si svolge nei partiti politici, almeno questo è il sistema democratico che è stato inventato dai nostri costituenti, come in tutte le democrazie liberali occidentali e onestamente compiute e mature.
 
FRULLATO DEMOCRATICO
Sciaguratamente in Italia c'è stata una certa sovversione dell'ordinamento democratico, i partiti che dovevano essere le cinghie di trasmissione fra il cittadino e la sovranità popolare, ovvero le forme in cui si esercita la sovranità popolare, sono delle semplici associazioni non riconosciute e non è mai stata emessa una legge nonostante la Costituzione dica che devono avere uno statuto interno, prettamente democratico e debbano essere delle personalità giuridiche. Invece sono delle semplici associazione non riconosciute, così come una ONLUS, così come un singolo comitato o una fondazione che i cittadini possono liberamente fare per associare i loro pensieri, i loro patrimoni per degli scopi sociali, per delle cooperative. In realtà manca questa legge di riferimento e in questa lacuna normativa si inseriscono dei personaggi o dei loschi figuri proprio perché manca il controllo incrociato, manca il nostro controllo, manca il controllo dei singoli tesserati. 
Se io domani mattina inventassi un movimento politico, basterebbe avere il simbolo, mi autoproclamerei presidente e segretario nazionale di questo simbolo e poi a cascata riuscirei a creare i singoli tesserati, convincendo tutti quanti delle mie virtù carismatiche e delle mie funzione leaderistiche. 
Per un problema di semplificazione democratica la gente, i cittadini, i lavoratori hanno preferito per un certo momento non occuparsi della vita politica del paese, hanno rilasciato una delega in bianco, hanno individuato 2, 3, 4, 5 personaggi carismatici a secondo delle varie epoche storiche o anche uno solo come nell'ultimo periodo. 
Hanno pensato che con questa delega in bianco ci fosse qualcuno che risolvesse il loro problema. Il paese è molto complesso le situazioni sono estremamente complesse, ma possono essere risolte, purtroppo, con procedure altrettanto complesse, la semplificazione nella vita politica del paese non è ammissibile. Dove c'era una traversa, dove c'è una scorciatoia, dove c'è una sintesi si nascondono il più delle volte anche delle magagne, poiché dove vedete una faccia patinata, una cosa che viene rappresentata nel miglior modo possibile, proprio perché ha una funzione mediatica che deve essere accondiscendente nei confronti degli altri, non sollevare dei problemi e dei dubbi, ma manifestare delle certezze. E’ come se io dicessi questa è la verità e voi per una serie di quieto vivere per una serie di riserve mentali o di ipocrisia o di delega in bianco, perché non vi va di impegnarvi nell'ambito quotidiano nei problemi di tutti i giorni, creare delle problematiche, entrare nel dettaglio dei problemi, cercare la risoluzione complessa a questi problemi, date una delega in bianco a chi in quel momento vi ispira fiducia, ma chi in quel momento mi sta ispirando fiducia lo fa per coartare il vostro consenso. 

IL CONDOMINIO
Non tutti quelli che ci tolgono la cacca lo fanno perché ci vogliono bene. 
Non è che non dobbiamo avere fiducia nel prossimo, ci mancherebbe altro, anche perché oggi il maggior problema è proprio questa mancanza di fiducia. Ognuno di noi ha delle riserve nei confronti del prossimo, non si fida. ma come è possibile il seguente paradosso, che non ci fidiamo del vicino di casa, non ci fidiamo del nostro collaboratore, non ci fidiamo casomai anche di nostra moglie, poi alla fine però per una cosa talmente importante come la vita della Repubblica, come le regole di questa Repubblica, come il nostro futuro, il futuro dei nostri figli siano delegati in bianco a dei personaggi di cui non sappiamo assolutamente nulla, persone che vengono prese da un sacco in maniera misteriosa, che vengono portati ad essere classe dirigente di questo paese. Dobbiamo prima o dopo occuparci della cosa pubblica, perché una democrazia funziona soltanto se il singolo cittadino è cosciente, responsabile, fa delle scelte giuste, informate, consapevoli e insieme agli altri cerca di trovare la soluzione per semplificare. 
Immaginando che tutta la cosa pubblica, tutta la Repubblica si riduca in un condominio, in un singolo edificio, dove tutti i cittadini sono i singoli proprietari delle singole unità immobiliari, ognuno per un quoziente ognuno per dei millesimi. 

Ora è mai possibile che noi possiamo delegare solo il proprietario dell’attico, solo l'amministratore che abbiamo preso dall'esterno, abbiano la soluzione dei nostri problemi e contemporaneamente ci disinteressiamo completamente della vita condominiale. Oppure ce ne infischiamo che il condomino del piano più alto, nominato rappresentante dei condomini, abbia un rapporto esclusivo con l’amministratore, i quali senza controllo realizzeranno delle ruberie a loro vantaggio, se l'amministratore non è sottoposto quotidianamente a controllo da parte dell'assemblea. E’ normale che il proprietario dell'unità più grande farà il proprio interesse per pagare di meno di condominio rispetto agli altri, noi non possiamo delegare la gestione della cosa pubblica ad altri, siamo noi stessi che dovremmo essere parte attiva e dovremmo darci da fare per contribuire al funzionamento del condominio.
Trasliamo questo ragionamento dal condominio alla Repubblica. 

DEMOCRAZIA PERSONALIZZATA
Se noi ci lamentiamo che questa Repubblica fa male, che non risponde al nostro interesse, che la cosa pubblica in realtà non è pubblica, ma è privata, perché qualcuno pensa soltanto agli affaracci suoi, è colpa nostra, siamo noi che non stiamo controllando, siamo noi che abbiamo delegato in bianco qualcun altro a risolverci dei problemi. 
I problemi nella vita ci saranno sempre, solo che esistono sistemi che incentivano la soluzione e sistemi che si allontaneranno sicuramente dalla soluzione. Ognuno di noi è capacissimo nella vita privata ha risolversi il proprio problema, ha trovare una soluzione. Una propria soluzione!!!
Dobbiamo uscire da questo individualismo, da questo egoismo, da questo lavaggio del cervello che ci hanno fatto, dove ognuno si è auto generato, auto partorito la sua soluzione. Noi usciremo dai problemi soltanto se troveremo la soluzione e la soluzione non può essere che una soluzione collettiva, una soluzione condivisa. Ognuno di noi ha la sua posizione, ognuno di noi ha le sue esperienze, ha le sue capacità, ha il suo modo di pensare ha la sua di ideologia, noi dobbiamo trovare le forme di comunicazione di tutte queste persone e che fra di loro parlino, per trovare una sintesi di questi valori. 

DIVISI E UNITI
La Costituzione di questa Repubblica, è uno dei testi normativi più importanti e più belli che le democrazie occidentali abbiano mai fatto, ma perché è così bella? Perché ce l’ha data qualcuno sulla montagna o una autorità divina? Sono stati degli uomini, è stata l'Assemblea Costituente, dove c'erano tanti uomini.
Una Costituzione prodotta perché è stata la sintesi di tanti valori, tanti valori che erano addirittura contrastanti, discrepanti e conflittuali. Pensiamo alle forze politiche che hanno dato vita alla Costituzione, da un lato c’era la sinistra: 
  • il partito socialista 
  • il partito comunista 
  • il partito sardo d'azione
dall'alto c’erano le forze conservatrici: 
  • il partito liberale 
  • il partito popolare poi diventato democrazia cristiana 
  • c’era il partito repubblicano 
  • il partito liberale 
C'erano cattolici e comunisti, visioni contrastanti della vita e invece sono riusciti a trovare una condensato comune, una piattaforma comune di valori in uno stesso testo ed e' uscito fuori un testo bellissimo che tutte le università del mondo ci invidiano e studiano, proprio perché è il  condensato di quei valori e di un parlamento che sia fatto di tante sensibilità diverse, di tante capacità, in modo che fra di loro si incontrino e trovino la soluzione.
 
La stessa cosa come l’assemblea condominiale, anche i singoli condomini devono confrontarsi sulle scelte da fare, su bilancio, sulla riduzione dei costi e sugli investimenti e su che cosa fare. Solo attraverso l’incontro e il dialogo fra di loro riusciranno a trovare una soluzione confacente e la migliore in assoluto possibile. Non delegando ad un amministratore che viene dall’esterno come nel caso ad esempio del governo Monti. 


SOVRANITA' POPOLARE
Esso, ha trovato soluzioni soltanto per una parte del condominio. Troverà la sua soluzione, applicherà il suo modo di pensare, applicherà la sua filosofia, preferendo agevolare le banche e le società finanziarie e le compagnie di assicurazione, piuttosto che il popolo, compiendo delle scelte. La scelta l’ha fatta ad esempio sull’articolo 18, l'ha fatta sulla riforma del lavoro, l'ha fatta salvando le banche, l'ha fatta facendo ridurre il welfare nei confronti dei cittadini e aumentato il carico fiscale. 

Per i ceti medio bassi queste sono scelte politiche non scelte tecniche. Le scelte tecniche, si può definire tale, quando a parità di opzione politica si sceglie quella tecnicamente migliore in assoluto. Se io devo aumentare l’aliquota sulle famiglie che hanno un reddito inferiore a 35.000 € è una scelta politica, se devo andare a far la patrimoniale sui patrimoni grandi, superiore ad un milione di euro, è una scelta politica, non è una scelta tecnica e quindi queste scelte politiche devono essere fatte da governi politici.


Anche il passato/presente governo, non è un governo tecnico, è un governo politico. Il problema è che questo governo politico non l'ha nominato la democrazia, non è la sovranità popolare che è stata esercitata nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione. C'è stato un momento di appannamento della vita  democratica, è andato in corto circuito il sistema. 
I partiti non hanno avuto la capacità di esprimere una democrazia, perché non sono ordinamenti democratici, ma sono partiti personali. Prendiamo ad esempio la Lega Nord. La Lega Nord è un partito che sembrerebbe più democratico degli altri perché più radicato sul territorio, però ha una caratteristica che è governata da un principe e la sua famiglia. Qualsiasi decisione potesse essere presa nei vari angoli della repubblica padana, in realtà però, poteva essere messo in discussione dalla famiglia e da Bossi stesso. Si rammenti il caso di Verona, del sindaco Tosi, che aveva intenzione di fare le liste alle sua candidatura al comune, ma ha avuto una serie di problemi per mettersi contro il potere della famiglia Bossi. Gli altri partiti sono ancora nella situazione peggiore perché non hanno neanche articolazione territoriale. Il PD ha solamente dei circoli che sono riuniti sulle carte e ci sono tesserati che non esistono. Il PDL addirittura non ha neanche dei circoli è nato con i circoli di Forza Italia solo che non ci sono i tesserati, ci sono solo dei sovvenzionatori, gente che paga una tessera ma che non si riunisce, non elabora delle linee politiche, perché la linea politica è stata affidata prima a Silvio Berlusconi, poi ad Angelino Alfano, che nessuno ha nominato, che nessuno ha eletto, è stato unto dal signore ed e' stato traghettato a fare il segretario nazionale del partito. Poi abbiamo SEL che è fatto soltanto da Nichi Vendola per il resto non esiste. L’Italia dei valori che è fatto solo da Di Pietro, con una piccola parentesi del partito di Ingroia e il resto non esiste. L’UDC che è fatto da Casini e il resto non esiste, FLI che è guidato da Fini e il resto non esiste. Allora se la situazione è la seguente, come pensiamo di poter essere in una democrazia. La realtà è che oggi la democrazia è in pericolo, ma è in pericolo non per colpa dei marziani, è in pericolo per colpa nostra, perché non abbiamo avuto la capacità di controllare l’amministratore di condominio, non andiamo alle assemblee di condominio e anche andando, non riusciamo a prendere decisioni giuste, perché non abbiamo un confronto democratico. 
Molte volte stiamo zitti, molte volte siamo in silenzio, molte volte ci disinteressiamo completamente della gestione della cosa pubblica. Noi abbiamo la necessità di fare una riforma culturale, abbiamo necessità di andare a parlare tra di noi, abbiamo necessità di luoghi di riunione, che questi siano i social network, che siano sezioni di partito, che siano organizzazioni di sindacato che siano altri tipi di formazione sociale. L’invito è che tutti i cittadini non devono isolarsi, non devono emarginarsi, in quanto il problema non potrà risolvere qualcuno più in alto di noi o qualcuno dotato di virtù carismatiche, perché la storia ha insegnato che quando è arrivato qualcuno con tali poteri i problemi non li ha risolti a noi, li ha risolti a se stesso. 
L’invito è che tutti i cittadini devono tornare a fare politica, non attività di partito del vecchio sistema dove uno si prende la tessera per avere indietro un favore, uno deve prendere una tessera per andare a partecipare attivamente nella propria opzione politica, nella propria posizione ideologica con la stessa legittimazione, perché da qualsiasi angolo di visuale si vede il problema in ogni caso c'è l'interesse a risolverlo, che questo sia di destra o di sinistra, o che sia di centro, l'importante è che ci sia attività politica, ci sia partecipazione da parte dei cittadini.