A seguito della crisi finanziaria americana dei crediti e dei sub-prime e degli effetti che ci sono stati nel sistema, tutti gli stati (un poco meno l’Italia) sono intervenuti ad aumentare il debito pubblico enormemente. Tra questi paesi c’è stata la Grecia, che proprio utilizzando questi strumenti dei crediti, sub-prime e loro derivati degli Stati Uniti, erano riusciti a mascherare i loro conti pubblici. Quando hanno scoperto l’identità di questa operazione, l’Europa è entrata in crisi. Tutti gli stati, compreso l’Italia, hanno scoperto che il debito pubblico era di una valuta pressoché straniera, perché tale valuta/moneta non era stampata dallo stato italiano. L’Argentina a fatto il default, perché ad un certo punto ha dollarizzato il Pesos e le sue obbligazioni erano denominati in dollari. Quando sono giunti a scadenza, i dollari non li stampavano loro, se loro avessero stampato in Pesos, avrebbero stampato. E’ evidente che sarebbe venuto fuori l’inflazione ed il cambio del pesos che svuggiva.
Lo stesso discorso sarebbe avvenuto per l’Italia. Se l’Italia avesse denominato il proprio debito in Lire, come era denominato in Lire nel 2000, quando siamo entrati nell’Euro, avremmo stampato le Lire e rimborsato. E’ vero quello che dicono oggi alcuni politici, che sarebbe un dramma con l’esplosione dell’inflazione per il nostro paese. Sarebbe un dramma, ma non saremmo insolventi. Con l’introduzione dell’Euro, per non essere insolventi l’Unione Europea ci strappa la sovranità fiscale, senza darci l’unione politica. Il quadro che si è determinato è abbastanza palese.
Qui non si tratta di vedere l’Europa come una religione, “O si forma l’Europa, oppure non siamo civili” o cose del genere, si tratta invece di costruire prima di tutto un unione politica europea, prima di costruire un Europa strettamente economica. L’intento europeista è quello di costruire una pace sociale, e la pace sociale si costruisce soltanto attraverso un unione politica, rispettando i diversi ruoli che ogni paese ha intrinsicamente. Dunque, il problema è che ad un certo punto l’Italia potrebbe entrare in una grande deflazione, non sapendo quale sia la capacità di sopportazione del nostro paese.
Non è auspicabile di essere sfiduciosi dell’economia italiana di reagire alle difficoltà del mercato, ma la domanda vera è se la società italiana, con 16 milioni di pensionati e 25 milioni di lavoratori, se può reggere questa situazione sul piano della “Democrazia”.
I gruppi dirigenti di un paese, che sono retti dalla Costituzione in uno stato sovrano ed eletti democraticamente, hanno il dovere, se non ci danno l’unione politica europea, di avere due strategie:
Soluzione A, di come stare in Europa
Soluzione B, di come uscire dall’Europa
A questo punto è fondamentale che il problema venga analizzato domandandoci quanto ci costa rimanere in Europa? Se ci costa troppo e valutiamo che i sacrifici sono troppo elevati e che quindi gli squilibri economici si trasferiscono alla società, il dovere di questi signori è far scattare la Soluzione B.
Anche se esci dall’Euro, che significa anche uscire dall’Europa, si deve tener ben presente quanto ti costa, perché ci sarà inevitabilmente un costo. Il costo che l’Italia deve pagare nella Soluzione A stando in Europa, non lo sa e non recupera nemmeno il controllo del suo futuro, nella Soluzione B, l’Italia e soprattutto gli italiani, riacquista la possibilità di stampare la moneta, di fissare il tasso d’interesse, di intervenire su rapporto di cambio che non va e tutte le varie conseguenze, però recuperi uno strumento che si è sempre usato per stare i equilibrio.
Questo è il ragionamento che si dovrebbe, a mio avviso, sostenere in Italia. Inutile e dannoso continuare a parlare di liberalizzazioni, riforma del lavoro, pareggio di bilancio ecc.
Se questi signori, che hanno e che occupano il Parlamento Italiano, non hanno la capacità e l’intelletto, per prendere queste decisioni, non ci rimane altro che rivolgerci al popolo italiano tramite Referendum.
Siamo andati al trattato di Maastricht e l’abbiamo firmato, abbiamo fatto il patto di stabilità, abbiamo approvato tutte le norme che sono state legiferate dall’Europa, ci accingiamo ad approvare un “Pareggio di Bilancio” in Costituzione, non essendoci stato un referendum, noi abbiamo cambiato la costituzione economica e sociale del paese con un atti illeggittimi e fraudolenti. La politica italiana e gli attori principali che hanno contribuito a tale situazione si sono mossi con TROPPA SUPERFICIALITA’ e i gruppi dirigenti non hanno tutelato minimamente gli interessi dei loro cittadini italiani. Gruppi dirigenti che non sono solo politici, ma professori universitari, gli imprenditori, i sindacalisti. L’Italia è entrata in Europa con troppa superficialità, e quando si è scoperto che tutti i nostri debiti erano in valuta straniera, perdendo la sovranità fiscale, senza avere l’unione politica europea e le garanzie democratiche, che accompagnano un paese alla rinuncia della sovranità, che almeno si apra un dibattito e non si rimanga in una religione europea sbilanciata sul lato economico.