lunedì 24 novembre 2014

Sovranità

LA CONOSCENZA AIUTA A DISTINGUERE (semplice, semplice)

Iniziamo con un video di un imprenditrice ospite a Servizio Pubblico di Michele Santoro puntata del 10 gennaio 2012, praticamente 3 anni fa. 



Da tempo si sente parlare di sovranità; sovranità politica, sovranità alimentare, sovranità sanitaria ed in special modo di sovranità monetaria. Chiedendo l’aiuto al principio idraulico e del percorso dell’acqua proviamo a descrivere con parole semplici che cos’è la sovranità monetaria e le varie conseguenze della sua perdita da parte del popolo, e come funziona un governo, eletto dai cittadini, in possesso di tale prerogativa.

Immaginate una vasca da bagno come se fosse l’Italia tutta, e all’interno di questa vasca tutti i cittadini italiani: il POPOLO.





Poi immaginate una diga come se fosse la Banca d’Italia di Stato.





Conseguentemente si ipotizzi una condotta idrica come le attività del governo.




L’aquedotto attinge acqua dalla diga e quest’acqua poi va distribuita e condotta alla vasca attraverso dei rubinetti. 




Rubinetti che rappresentano:
  1. servizi
  2. sanità
  3. lavori pubblici
  4. pubblica amministrazione
  5. difesa
  6. pensioni
C’è anche un altra fonte di emissione di acqua che è quella creata dalle industrie statali o para statali. Queste industrie non sempre sono in attivo, ma non ha importanza perché sono in ossequio all’art. 4 della Costituzione Italiana.


L’acqua (MONETA) che viene fuori dai rubinetti che arriva al popolo crea ad un certo punto ricchezza; la vasca è piena di acqua. Ovviamente anche il PIL (prodotto interno lordo) è positivo, cioè la ricchezza che una comunità è in grado di creare. Troppa acqua però, quindi troppa moneta può straripare e condurre all’inflazione, cioè una quantità di denaro superiore ai beni prodotti, quindi innalzamento dell'inflazione, ogni unità monetaria potrà comprare meno beni e servizi, conseguentemente erosione del potere d'acquisto dei consumatori. Un buon governo per combattere l’inflazione non va a chiudere i servizi, la sanità, i lavori pubblici ecc., ma intelligentemente installa nella vasca un rubinetto di scarico (tasse),


dal quale va a togliere l’acqua, come già detto rappresenta la moneta, superiore a quello che è necessario. A questo punto il popolo ritorna a vivere una ricchezza equilibrata. Queste tasse ovviamente non servono per pagare o per andare al casinò, ma servono sempre per i stessi servizi ridistrubuiti diminuendo tutt’al più la mandata da parte della diga. L’acquedotto prima rappresentato, a lungo andare può avere anche delle perdite, qui occorre una buona manutenzione. Le perdite come possono essere causate? Vengono causate da sprechi, corruzione e ruberie varie.
Come dovrebbe fronteggia il governo questi sprechi, corruzione e ruberie varie? Le fronteggia con l’ausilio della magistratura, ma ciò che ha perso come lo recupera per avere la stessa portata di acqua e quindi di moneta? Le recupera attingendo l’acqua dalla diga. 
Ora vediamo cosa succede quando abbiamo rinunciato alla Sovranità monetaria.
Abbiamo sempre lo stesso quadro di distribuzione del denaro, la diga, l’acquedotto, i rubinetti, la vasca da bagno ed il rubinetto di scarico. Cosa cambia? Cambia che ad un certo momento questa moneta non lo attingiamo più dalla nostra diga (Banca di Stato), andando avanti soltanto con l’acqua recuperata dalle tasse (trattati europei), ma se andiamo avanti solo con le tasse non può bastare per mantenere in piedi i vari servizi, stipendi e pensioni, per cui cosa succede? Il governo si rivolge alle banche attingendo moneta che si aggiungerà a quello delle tasse cercando di mantenere i rubinetti di distribuzione sempre alla stessa portatata. Attingendo moneta dalle banche si aggiunge qualche cosa in più in quelle perdite di acqua. Si aggiunge il debito pubblico e quindi gli interessi passivi. Quindi la moneta sottoposta a questi interessi al governo non rimane che stringere sui servizi, incomincia a stringere sui rubinetti degli stipendi, sulla difesa, incomincia a stringere sulle pensioni allungando il tempo di pagamento ai cittadini, con la conseguenza aumentando la portata delle tasse, aprendo sempre di più il rubinetto di scarico. Un popolo sottoposto a questo tipo di distribuzione e di prelievo, prima o poi, va in recessione, ed anche il PIL ne risente incominciando ad andare in negativo. Il 100% delle tasse ha ridistribuito al 60% a tutto ciò che comportano i servizi dello Stato, mentre la ricchezza diminuisce, le tasse aumentano, i poveri aumentano e la ridistribuzione diventa quasi SOPRAVVIVENZA, in quanto il 40% di quelle tasse vanno a finire a chi ci ha prestato il denaro, cioè alle banche. 



Alla lunga, però, con questo sistema anche le tasse non ci sarà più la possibilità di pagarle diminuendo ad un ritmo al rialzo, vuoi chiamarle evasione, vuoi chiamarle impossibilità di sostenerle. 
Tutto questo accade oggi nel 2014. Che cosa succederà in realtà nel 2015, è solo quello, è solo quella la prospettiva? L’Italia per essere nella moneta unica dovrà necessariamente ripsettare i patti che  ha scelleratamente sottoscritto, quindi il trattato di Lisbona e cioè il FISCAL COMPACT. Il fiscal compact è sostanzialmente la riduzione del 60% del debito pubblico italiano (oggi cica al 135% rispetto al PIL) che ammonta attualmente di €2.196.453.865.000 con interessi passivi di circa €79.300.000.
Ciò significa abbattere ogni anno 80 miliardi di debito. Un secondo patto si chiama MES o ESM (Meccanismo Europeo di Stabilità) e cosa significa? E’ una specie di fondo Salva Stati, in cui tutti gli Stati che ne fanno parte hanno messo e metteranno del denaro che poi aiuterà chi ne avrà bisogno. In realtà agli Stati che saranno concessi gli aiuti li indebiterà ancora di più. Un terzo patto si chiama ERF (European Debt Redemption Fund). Un patto ancora più disastroso che i nostri rappresentanti hanno sottoscritto ipotecando i beni pubblici degli italiani tutti. In sostanza: se l’Italia non riesce o non sarà in grado di abbattere il debito di 1/20 l’anno dovrà garantire versando al MES tutte le sue riserve auree, oppure svendere i beni pubblici o aziende statali. Questo in pratica si chiama BARATRO, che deve ancora arrivare.

Nessun articolo della Costituzione recita:
Le tasse servono a pagare debiti, sprechi, interessi, pensioni d’oro, stipendi d’oro ed arricchire i banchieri.

Contrariamente la Costituzione afferma: 
Art. 53.Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività, non fino alla povertà ed al suicidio.

L’Italia può ritornare ad avere un buon governo, può ritornare ad avere un parlamento sovrano, può ritornare ad avere un presidente della Repubblica in grado di tutelare gli interessi degli italiani e non delle lobby? 

Diciamo di si, con qualche riserva.
1. Non fatevi ingannare da chi vi intimorisce con aumento dello Spread, inflazione, aumento di interessi. Non fatevi ingannare da chi sceglie personaggi graditi e non dalla governance europea e il pericolo di diventare come la Grecia. SPREAD: si è già visto che se riprendiamo la Sovranità Monetaria e quindi di poter stampare moneta, lo Spread sparisce. INFLAZIONE: se l’inflazione si combatte dosandola con le tasse, anche questa non fa paura. AUMENTO DEGLI INTERESSI: se il popolo ritorna ad essere Sovrano stampando moneta, e questa moneta la mettiamo sotto una nostra banca pubblica e nazionale, saranno le altre banche private a venire a chiederci il denaro in prestito, saranno loro a pagare gli interessi passivi nei confronti dei cittadini. Chiaro come la luce del sole che quando un cittadino si recherà presso una banca commerciale non potrà essere strozzato da aumento degli interessi passivi, in quanto, caso contrario, saremmo noi stessi a chiudere i rubinetti, costringendo la banca ad andare sul mercato estero. PERSONAGGI…: la scelta dei personaggi graditi all’Europa? Io credo che i personaggi in uno Stato democratico, devono essere graditi al Popolo Italiano e devono avere disciplina ed onore a servire tutti i cittadini, tutelando la loro dignità.


2. Se questo è il baratro, il recinto che l’Europa ha costruito allora è meglio uscire subito. ITALIA UGUALE GRECIA: diventeremmo la Grecia se l’Italia uscisse dall’Euro. Solo con cambio variabile e non fisso, come quello che a creato la moneta unica il Paese potrà ritornare ad essere competitivi sui mercati. Dare vita alla nostra agricoltura, sviluppare il nostro turismo, riprendere a sostenere il nostro artigianato, costruire opere pubbliche con un nuovo slancio per l’edilizia, rimettendo in moto l’intero commercio.
La cosa che fa riflettere è che i politici di destra e di sinistra che vivono con stipendi e pensioni d’oro, non vogliono perdere i loro privilegi salvando l’Euro più che l’essere umano e la sua dignità.