giovedì 30 aprile 2015

La buona economia

Occorre convincersi che esiste un alternativa all'economia che oggi viene propagandata trasformando i tre assunti del marketing “Product, Price, Promotion” (Produzione, prezzo, promozione) in “Planet, People, Profit” (Pianeta, Popolo, Profitto). 
L’articolazione dell’economia è piuttosto interconnessa su vari piani. Sicuramente la cognizione che si ha in qualche maniera frequentato su quelle fonti, su quelle rare fonti alternative che ci lascia il sistema mediatico è un altro aspetto di un economia che non sarebbe possibile in questa forma se non esistesse il controllo mediatico che è presente attualmente.

Prendiamo ad esempio la continua richiesta dei mercati e dello stesso Draghi, governatore della BCE, di una continua crescita per essere produttivi e competitivi. Dunque immaginiamo un economia dove in un ristorante il cuoco prepara ininterrottamente delle pietanze una dietro l’altra, l’unico elemento indispensabile per il ristorante è l’assenza dei clienti che consumano quelle pietanza. Secondo Draghi quel ristorante è cresciuto aumentando la sua produttività compreso il suo guadagno solo per essere stato competitivo alla preparazione dei piatti e non per il suo consumo. Se non c’è la domanda quelle ottime pietanze che il cuoco con tanta cura ha preparato verranno date in pasto ai cani randagi che si trovano a passare nelle vicinanze di quel ristorante. In sintesi se non esiste una domanda non può esserci un offerta e se non esiste il lavoro l’offerta rimane congelata, producendo a cascata un economia sempre più austera. 

Il mercato del lavoro oggi è strutturato sullo sfruttamento non essendoci un gioco equo. Le persone devono lavorare per mangiare, ma le imprese assumono solo se vogliono o pensano di fare profitto, non è un confronto paritario questo. Se non c’è una forma di sostegno al lavoro, i salari reali saranno costretti ad andare verso il basso, fino ad arrivare ad un livello di sussistenza. Mentre la quota che va ad un surplus di altri settori invece aumenta. Per esempio negli Stati Uniti sotto la presidenza di Reagan, gli essenziali sono stati smantellati ed il loro ruolo è stato di molto ridotto con il successivo smantellamento delle associazioni dei lavoratori da parte della competizione globale. Il lavoro ha perso, quindi, il sostegno con il salario, negli ultimi quarant'anni, praticamente stagnanti, anche se la produttività è aumentata. Ed i guadagni di produttività sono confluiti soltanto nella classe imprenditoriale, con il settore dei lavoratori completamente ignorato. Ogni economista attuale sa che il mercato del lavoro non è un gioco equo. Tutto ciò che si può osservare non è una conseguenza del libero mercato e della buona economia. 

Innanzi tutto la buona economia è un principio che è stato perso da molto tempo. In una buona economia le imprese competono per il lavoro, ma è anche vero che esiste una carenza di persone che lavorano per le imprese, e tutti vorrebbero assumerti facendo una formazione per il personale assunto, assunzioni degli studenti prima che terminano il corso degli studi. Se sarebbe necessario cambiare lavoro perché ci sarebbero sempre imprese disposte a nuove assunzioni, questa è la maniera in cui la buona economia dovrebbe funzionare, adesso è tutto il contrario. La ragione è molto semplice, il deficit di bilancio di uno Stato è troppo piccolo. 

Non appena si è cominciato a tagliare, a ridurre il deficit da molto tempo a questa parte, si è tramutata una buona economia, studiata per le persone perché le persone erano la variabile più importante, ad una economia che è un crimine contro l’umanità

Cominciamo con l’emissione della moneta. La moneta è un credito fiscale, un credito per le tasse. Un tempo si poteva andare presso il governo di uno Stato e chiedere oro in cambio del valore nominale della moneta, ora non è più possibile. Dunque come si diceva, con la moneta in corso, si possono pagare le tasse, che il governo accetta per il pagamento delle tasse. Se prendiamo un pezzo di carta per pagare una somma di denaro in tasse e il governo le accetta, il pezzo di carta acquisisce il valore della somma di denaro che gli si attribuisce. Nella stessa misura il governo garantisce dei crediti per le corporazioni finanziarie tramite un pezzo di carta. Un secondo punto da sottolineare e che molto spesso dimentichiamo, è che la moneta ha un ruolo pubblico, con la moneta per pagare le tasse messe in circolazione esclusivamente dal governo. Conseguentemente prendiamo la moneta dalle banche per pagare le tasse, molto velocemente ci si indebita verso gli istituti di credito che a sua volta creano la moneta ed il governo, tramite la banca centrale, sottrae dai conti delle banche e quindi delle riserve, lo stesso ammontare di tasse che si devono pagare, moneta che viene dal governo. 

Questo significa che all'inizio dei tempi il governo prima deve spendere e poi ottenere la sua moneta per il pagamento delle tasse. L’UE ha posto dei vincoli rispetto a questo processo rendendo il sistema non naturale, più complicato. Tutti i parlamentari statunitensi sono convinti che prima si devono pagare le tasse per poi spendere e tutto quello che non si riesce ad ottenere attraverso le tasse, bisogna chiedere ad altri Paesi o investitori esteri, questo è praticamente impossibile e tutti quelli che lavorano per le banche centrali lo sanno. 

Se guardiamo ai conti della banca centrale e se ci si pensa un po, il governo prima spende e successivamente riceve il pagamento delle tasse: banalmente, perché i cittadini hanno bisogno della moneta del governo per pagare le tasse. Cosa significa che la moneta è un monopolio pubblico dire che è un monopolio? Il monopolio della moneta significa che il mercato non crea i prezzi, non è una situazione competitiva. E’ una condizione molto semplice da spiegare a chiunque i 5 minuti, invece la competizione, la finanziarizzazione, al contrario è molto complicato, un rebus dove i cittadini non hanno la facoltà di comprendere, tanto sono le variabili in gioco. 

Il monopolio è semplice, una persona ce l’ha e gli altri no, il monopolio è la parte facile della storia economica. Quindi che cos'è il deficit? Tutti siamo convinti che è una forma di indebitamento, e per la nazioni europee in realtà è così, ma non è detto che sia così, non è iniziato così il processo della storia economica. Se la banca centrale non garantisce il debito pubblico degli Stati, sarebbe accaduto il disastro in cui ci troviamo oggi. Il deficit è quando il governo spende una certa quantità di moneta con l’esito che due cose possono succedere a quella moneta:
a) quella forma di credito per le tasse che viene poi usata per pagare le tasse
b) quella forma che non viene utilizzata per pagare le tasse.
Significa che qualcuno ancora ha quella moneta, o che qualcuno potrebbe spenderla e così via. Questo vuol dire che la moneta viene utilizzata per pagare le tasse o resta nell'economia sotto forma di risparmio. Come insegnano nelle scuole di contabilità nazionale, il deficit governativo corrisponde ai risparmi privati dell’economia, cioè quello che il governo spende e che non viene utilizzato per pagare le tasse, allora il governo può emettere titoli e obbligazioni ed indebitarsi con quella moneta. Cosa succede quando il governo vende quelle obbligazioni? La moneta che è presente presso la banca centrale si sposta in un altro conto presso la banca centrale e questa forma di risparmio viene chiamata BTP, CCT e così via, ma è la stessa moneta, e quando arriva la scadenza di quel BTP arriva la moneta per pagare le tasse. Quindi il deficit è quella parte della moneta che viene spesa da parte del governo ma non viene utilizzata per pagare le tasse e quindi resta sotto forma di risparmio, oppure può essere spesa in altri modi. 

Quando si dice di pagare il debito significa soltanto spostare la moneta da un conto presso la banca centrale ad un altro. Questo non è la stessa cosa quando un cittadino deve pagare un debito, per la semplice ragione che non è la sua banca, ma se l’UE avessero quella banca il pagamento del debito sarebbe soltanto un operazione di debito e credito. Ancora una volta notiamo che sono stati posti dei vincoli, ma non è una caratteristica naturale del sistema economico. Il debito pubblico totale non è altro che tutta quella parte di moneta nella quale nel corso del tempo è stata emessa dal governo e non utilizzata per pagare le tasse. Tecnicamente si chiamano riserve di contanti, di depositi sotto forma di conti correnti presso la banca centrale. Non esiste quello che si può definire ripagare tutto il debito per uno Stato, semplicemente la moneta sta lì in attesa che qualcuno la utilizzi per pagare le tasse. Il Giappone ha il debito più alto del mondo, più del 200% del PIL, ed il debito si trova lì presso i conti correnti in attesa che qualcuno ci paghi le tasse. Tutto questo corrisponde ai risparmi di una persona.

Il problema in questa economia è la disoccupazione. Quante persone ci sarebbero disoccupate se la disoccupazione fosse solo al 3%? Ovviamente nessuna. L’UE con questo parametro sarebbe in grandissimo successo, tutto il mondo vorrebbe entrarci, ma una disoccupazione al 12,2% non è per niente buono.

Dobbiamo conoscere che cos'è la disoccupazione e conoscerne le ragioni, ed una delle ragioni il deficit troppo basso. La moneta di fatto è uno strumento per fornire dei mezzi allo Stato. Il governo vuole che delle persone operano nel settore della sanità, vuole che lavorano per tutti i scopi pubblici che il governo si occupa. Quindi come si fa ad avere delle persone che lavorano per il governo. Potremmo avere delle associazioni di volontariato, molti ci hanno provato, ma non funziona. In Inghilterra si usava andare nei bar, di notte, per cercare di reclutare dei marine dandogli una botta in testa con una bottiglia, chi rimaneva sveglio entrava nella marina inglese. Oppure conquistare una nazione e prendere le persone come schiavi, un altra maniera di reclutamento, ma oggi facciamo finta di essere più civili. Tassiamo le persone in un mezzo che le persone non hanno e che può venire solo dal governo, quindi improvisamente in quella nazione hanno bisogno di quella moneta, nessuno aveva bisogno dell’euro fino al giorno prima che veniva introdotto. Non appena l’euro è stato messo in circolazione è diventato necessario per pagare le tasse, adesso tutti hanno bisogno dell’euro. Quando le persone hanno bisogno di denaro e cercano lavoro per guadagnarselo come lo chiamiamo? Disoccupazione. Disoccupazione non significa volontari presso un ospedale, le persone non cecano volontariato, cercano denaro. Se nessuno avesse bisogno del denaro non ci sarebbe disoccupazione. Quindi è la tassazione del governo è quello che causa il lavoro e quindi la disoccupazione. Il governo a questo punto può spendere i suoi pezzi di carta che altrimenti non avrebbero valore, ed assumere le persone che andranno a lavorare nel pubblico impiego che le tasse ha reso disoccupate. Se la tassazione non fosse seguita da una spesa che farebbe assumere tutte le persone disoccupate, qual’è il senso di questa manovra? Vuol dire che le tasse sono troppe elevate. Se il governo volesse assumere così poche persone, non dovrebbero portare le tasse ad un livello così elevato. Il governo dovrebbe fare due cose, o ridurre le tasse oppure assumere più persone. Come precedentemente accennato, ci sono due ragioni per cui le persone lavorano per la moneta pensando all’economia nel suo insieme non soltanto all’individuo. Perché adesso l’economia è preoccupata per la moneta, per la stessa ragione che quando il governo spende la sua moneta può essere usata per pagare le tasse o qualcuno la risparmia. Se nessuno risparmia quando le tasse devono essere pagate, il governo non può essere capace di spendere questa moneta. Quindi se il governo non spende abbastanza per soddisfare i desideri di risparmio del settore privato, significa che l’economia non ha abbastanza moneta per fare ciò che vuole fare. 

Ci sono per questo ancora persone che stanno cercando lavoro e non possono trovarlo, chiamandoli disoccupati. Come risolviamo questo problema? O assumiamo le persone che sono disoccupate oppure riduciamo le tasse. E’ semplicissimo, e ciò significa che entrambe le soluzioni aumenta il deficit. Quello che si asserisce è che la disoccupazione è sempre la prova che il deficit è troppo basso. Ovviamente ci sono anche altri problemi, ma il problema della disoccupazione deriva dal fatto che il deficit è troppo basso. 

Deficit troppo basso che introduce un altro punto. E’ il governo che ha imposto quella tassa e quindi creato quella disoccupazione, e’ il governo che non ha speso abbastanza moneta per assumere tutte le persone che stanno cercando un lavoro, questo è un risultato di una decisione deliberata della politica, non è una condizione naturale del sistema. Nelle società che non hanno la moneta che non hanno le tasse che non hanno il governo non esiste la disoccupazione, con un veloce esempio. Il Regno Unito ha invaso l’Africa, nel 1800, per espandere i suoi profitti, e non c’era un sistema monetario nel continente africano, come non esisteva nessuna disoccupazione. Tutti praticamente stavano aiutando il resto della società, con molta attività sociale. Gli uomini si preoccupavano di reperire cibo, cacciare, costruire capanne ecc, le donne si occupavano della casa e così via. In sostanza si aveva più cose da fare di quanto ci fossero persone e tempo per farle. Come sono riusciti gli inglesi a farli lavorare nelle piantagioni di caffè? Sono arrivati con questa idea geniale dicendo a tutti che ci sarebbe stata una tassa sulle abitazioni di ciascuno, tutti avrebbero dovuto pagare una tassa, ad esempio 10 pounds, o le loro case sarebbero state incendiate dagli inglesi. Tutti si sono chiesti, come facciamo ad avere questa moneta per pagare questa tassa. Beh! Se venite nelle nostre piantagioni di caffè vi pagheremo ad 1 pounds l’ora. In questo modo tutti sono andati a lavorare per evitare che le loro case fossero bruciate. 

Il sistema monetario e di tassazione quindi ha creato la disoccupazione, sono stati i britannici a dare quella moneta agli africani per avere sufficiente moneta per pagare le tasse. 

In questo caso gli inglesi hanno dovuto spendere quella moneta e poi avere indietro la tassa, e se nel caso gli inglesi avessero speso più di quanto avrebbero tassato gli africani avrebbero potuto risparmaiare. Ovviamente cosa avrebbero potuto fare, lavorare o aspettare che la loro casa venisse bruciata? Ovviamente sono andati a lavorare e magari anche risparmiare qualcosa. Se troppe persone chiedevano lavoro avrebbero ridotto la tassa, non rimandavano le persone a casa e poi gliela bruciavano, come invece stiamo facendo oggi nell’Unione Europea. 

Se io domani mattina cercassi di guidare l’Italia, state certi che non lo farò, manderei un ultimatum all’UE dicendogli “Allentate questo vincolo del deficit dal 3% ad almeno l’8% del PIL.” 

In questo modo l’Italia o può aumentare la sfera del settore pubblico, oppure ridurre le tasse, questo sarebbe interessante, ma non si può fare con l’euro, e vedremmo quanto la disoccupazione scenderebbe, per lo meno del 6%. Questo porterebbe le persone a capire come funziona l’economia creando ulteriori miglioramenti. Se l’UE dice “No”, cosa continuiamo a fare? Costringiamo le persone a tornare a casa bruciandogli anche la loro casa? In questo caso non ci sarebbe altra strada che uscire dall’eurozona e tornare ad una moneta sovrana. Comunque rimane un problema, se rimaniamo con la stessa leadership che abbiamo oggi cercando di pareggiare il nostro bilancio con la Lira non ci saranno abbastanza Lire per pagare le tasse e risparmiare e quindi il nuovo governo continuerebbe a bruciare case proprio come oggi, come si dice dalla padella alla brace 

Quindi è indispensabile avere dei leader come funziona la moneta e di avere come obiettivo la piena occupazione con la giusta dimensione del deficit che corrisponde alla piena occupazione evitando problemi di inflazione. Operativamente come si passa dall’Euro alla Lira? Seguiamo l’economista americano Warren Mosler. “Iniziamo cominciando a pagare le tasse con la Lira invece che in Euro. Questo significa che tutto lo Stato ha bisogno di Lire per pagare le tasse con la naturale conseguenza di richiesta di Lire. Come detto precedentemente tutti sarebbero disoccupati e tutti avrebbero bisogno della Lira. Il passaggio successivo è quello di pagare gli enti pubblici in Lire, lasciando i salari invariati pagando uno stipendio di 30.000 € all'anno per il governo, diventerebbe 30.000 £ all'anno, con un rapporto di fatto 1 a 1. Progressivamente incentivando in qualche modo le imprese a pagare i loro stipendi in £, perché se ci ricordiamo le imprese private non erano obbligate a pagare i loro stipendi in € al momento del passaggio da £ in €. Avendo rinominato tutte le tasse in €, comprese le loro e quelle dei loro dipendenti, sono stati costretti a pagare i stipendi in €. Tutta la monetizzazione del Paese in £ avverrà in maniera istantanea, con l’unico momento fissando il tasso di cambio 1 a 1 all'inizio del processo. I depositi bancari dovrebbero restare in €, se abbiamo dei soldi in banca nessuno li prenderà e li convertirà in £. Non siamo costretti a convertire i nostri depositi in £, se proprio vogliamo possiamo andare presso una banca, o un altro operatore di mercato, a farci cambiare la moneta ai prezzi di mercato sia di prestiti che di depositi. Tutti i depositi bancari in £ dovrebbero essere garantiti dal governo, ma non i depositi in €, questo perché il governo non crea gli € ma in £. 

Tutto ciò crea delle condizioni iniziali per far emergere una £ forte, con tutti che hanno bisogno della £ e non sarà facile ottenerla, la si può ottenere dei pagamenti dal governo, ma non tutti possono farlo, possiamo convertire i nostri conti in banca in £ rendendo forte la £ perché stiamo vendendo l’€ per comprare la £, consentendo al governo di fare la cosa opposta vendendo le £ alle persone che invece vogliono vendere gli € senza che il mercato causi una svalutazione della £. 

Per il prestito bancario, tenendo presente che le banche sono degli esseri molto pericolosi, abbiamo visto tutti cosa le banche possono fare se non vengono controllate, quanto siano difficili da regolare.

Molti di noi hanno visto quello che banche pubbliche possono fare senza un adeguato controllo, entrambe sono molto problematiche, ecco perché le banche debbono essere tenute un po alle strette, se abbiamo un cane pericoloso dobbiamo tenere il guinzaglio molto corto e non di un guinzaglio lungo. A questo punto come ci assicuriamo che le banche perseguono delle finalità pubbliche? Non c’è dubbio che tutte le banche siano delle istituzioni pubbliche, in un certo senso, tutti i depositi vengono garantiti dal governo regolando il sistema e che cosa fanno con quel denaro. Ad esempio loro possono effettuare delle operazioni creditizie, sappiamo che esse portano il rischio del deprezzamento dell’andamento di mercato, ma anche ai militari è concesso puntare i loro fucili, sono comunque dei soldati del governo, quindi le banche dovrebbero prestare soltanto in £, con gli scambi internazionali con valute estere diventano molto problematici quando li fa un istituzione pubblica. I prestiti bancari dovrebbero essere limitati alle finalità pubbliche e questo significa che non si può prestare indebitandosi contro dei collaterali delle attività finanziaria. Se qualcuno nel settore privato vuole farlo, può farlo, ma non le banche che invece devono garantire i depositi. La filosofia dietro il prestito bancario deve essere quella dell’analisi creditizia, dell’analisi del creditore e non quella della capitalizzazione di mercato. Il punto cruciale è che la regolazione dovrebbe dire alle banche cosa possono fare e non limitarsi a cosa non possono fare. 

Quando si chiede alle banche di non fare alcune cose, le banche trovano sempre un modo per farle. Da qualche parte del mondo si troverà sempre una branca del settore bancario che è stato proibito nel suo paese. Invece gli si dovrebbe dire “Potete fare questo e nient’altro”, questa è l’unica maniera dove si può controllare la loro attività. Occorre che i politici dovrebbero amministrare il loro Paese solo quando sono ben formati e documentati prima di dire alle banche che cosa possono o non possono fare”.

domenica 19 aprile 2015

Momento storico 2 aprile 2015


Abbiamo assistito ad un momento storico e non ci siamo accorti di nulla. Forse perché è destinato a fallire?

Risultati immagini per accordo nucleareLa rabbia di Israele, la festa a Theran. Accolto da eroe in Iran il ministro degli esteri Javad Zarifche insieme al segretario di Stato americano Jhon Kerry, è stato l’arteficie principale dell’intesa di Losanna. Una svolta ricorda il presidente iraniano Hassan Rouhani alla nazione, che potrebbe riportare l’Iran a pieno titolo sulla scena internazionale dopo anni d’isolamento. 

L’accordo prevede l’impegno di Theran a depotenziare gli impianti atomici, in pratica la rinuncia a produrre combustibile nucleare per uso militare, su questo la capitale dell’Iran accetta severe verifiche per i prossimi 10 anni, ma in cambio ottiene il riconoscimento all’uso del nucleare civile e l’eliminazione delle sanzioni che fino ad oggi hanno soffocato la sua economia. 

Ora l’Iran non avrà la bomba atomica i primi commenti a caldo degli statisti, il mondo è più sicuro. 

Un accordo storico, i due Paesi non dialogavano così da anni, anche se rimane un intesa preliminare in quanto il 30 giugno prossimo ci sarà la firma del trattato definitivo. In sostanza l’accordo prevede da una parte la rinuncia al nucleare, dall'altra di togliere le sanzioni per risollevare l’Iran economicamente vendendo il suo petrolio. Questo che cosa cambia per noi cittadini europei e per l’Italia? L’accordo USA sul nucleare è:

a) una scelta pericolosa per la pace e per il futuro di Israele?

b) una svolta che favorisce le forze moderate iraniane ed evita i rischi del nucleare a scopi bellici?

c) un opzione che favorirà una discesa del prezzo del petrolio con vantaggi economici?

Vedremo, certamente gli embarghi non hanno mai risolto i problemi, chi ci rimette sono sempre i cittadini più poveri e da Hiroshima a Nagasaki il mondo forse non ha imparato nulla. C’è da capire fra l’altro le reazioni di Israele, quando in gioco c’è la sopravvivenza, ma c’è da capire anche la manifestazione di gioia della gente Iraniana che sicuramente manifesta una voglia di PACE. 

Risultati immagini per accordo nucleare
Un ultimo sguardo fra i rappresentanti dell’accordo di Losanna prima di annunciare decenni di gelo che una volta definito a giugno potrà allontanare in parte l’incubo del nucleare iraniano e dall’altra quello delle sanzioni. C’è stanchezza ma anche soddisfazione per chi non ha mollato nemmeno nei momenti in cui tutto sembrava perduto. Il negoziato è stato duro dice Jhon Kerry, qualche volta perfino violento, 5 anni di scontri non sono facili da dimenticare e certamente c’è ancora da risolvere molti problemi, ma il passo più importante è stato raggiunto. Nella notte di Theran nellla televisione tutti seguono il discorso di Obama. Un intesa storica dichiara il presidente, che bloccherà l’atomica iraniana permettendo agli ispettori internazionali di verificare se l’Iran rispetterà gli accordi riducendo l’arricchimento dell’uranio di ⅔ congelando il suo sviluppo atomico per 10 anni, a quel punto le sanzioni verranno tolte. E’ il segnale che il popolo iraniano aspettava con la speranza di voltar pagina, aprirsi, cambiare, giovani che occupano le strade della capitale iraniana con canti e balli.

Hassan Rouhani lo sa benissimo che c’è voglia di cambiare, infatti dopo l’insediamento della presidenza ha telefonato subito alla presidente americano Barack Obama ed ora deve vedersela con i falchi del regime, esattamente come Obama dovrà affrontare il congresso repubblicano e Netanyahu che è contrario all’accordo con il pericolo di rimetterlo in discussione. Perchè Israele parla di sbaglio storico, mette in guardia sull’affidabilità di Theran, esattamente come dicono gli alleati arabi che potrebbero, come accade nello Yemen, preferire Al qaeda al nemico iraniano. 

Dunque che prospettiva ha questo accordo in funzione della pace e della sicurezza? Speriamo che l’accordo dia subito i frutti promessi, perchè in ogni negoziato ci sono interessi convergenti, Rouhani vuole uscire dall’isolamento politico e soprattutto da quello economico che ha pesantemente impoverito l’Iran, quindi mettendo da parte qualsiasi progresso bellico nucleare per negoziare un ritorno alla crescita del paese. Obama sta definendo la sua eredità storica, un eredità molto appannata dagli insuccessi in altri ambiti, chiudere con un accordo con il grande nemico del passato, mentre si fa anche un accordo con Cuba, sarebbe un passo importante. Ovviamente c’è chi vuol guastare la festa a queste due persone all’interno dei rispettivi paesi, l’ala dura all’interno dell’Iran, i repubblicani, ma non solo, negli Stati Uniti, forti anche dalle spinte di Israele e delle lobby dell’Aarabia Saudita, impongono la cautela. 

Anche i paesi europei che partecipano attivamente a questo accordo che cosa si devono aspettare, l’Europa andrà insieme unita o ciascun paese andrà per suo conto? L’Iran è stato uno dei pochissimi casi in cui quando si è trattato di imporre le sanzioni all’Iran alcuni anni fa, gli Stati europei sono stati convergenti su una linea comune, compreso l’Italia che aveva più di altri paesi molto da perdere da queste sanzioni. L’Europa ha molto da guadagnare con questo accordo se si ristablisce un minimo di stabilità, un minimo di serenità nella regione impedendo un escalation nucleare dell’Iran con l’Egitto ed Arabia Saudita che vorrebbero fare altrentanto, favorendo interessi fortissimi con la vicinanza naturale all’Iran. 

Tuttavia con tanti se, con tanti ma è logico fidarsi di questo accordo? Ci dobbiamo fidare?

L’accordo ha molti nemici e non si sa se riusciranno a farlo entro il 30 di giugno, anche se bisogna dire che sia Obama sia Rouhani si sono molto esposti ed entrambi hanno molto da perdere da un fallimento. Comunque rimane una speranza fondata, per la prima volta dopo la rivoluzione del ‘79, gli iraniani possono avere la speranza di uscire dall’isolamento e dove in questo momento la possibilità di fidarci è dovuta dal fatto che è vero che l’Iran dopo questo accordo con la revoca delle sanzioni avrà uno sviluppo economico considerevole, con un primato nella regione destinato ad aumentare. Si tenga conto che l'Iran 80 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita ne ha ¼, e sono altamente scolarizzati, sono, al che se ne dica, moderati ed anche i più laici della regione. Senza dubbio acquisterà questo primato è inevitabile, e che cosa farà di questo primato, nel senso che lo potrà usare come un pericolo per rafforzare i gruppi Sciiti su i quali ha influenza o lo potrà usare, come un svolta, su questi gruppi Sciiti un ruolo di moderazione, come sta facendo in Iraq ed Afghanistan.

Obana definisce l’accordo come un inizio che il mondo sarà più sicuro, certamente è un passo nella direzione giusta, è chiaro però che il disarmo nucleare è stato perso come sfida. Certamente se tutti i Paesi si attenessero al trattato di non proliferazione del nucleare, sarebbe un mondo più sicuro, mentre oggi dal Pakistan, dall’India, Corea del Nord a Isarele sono tutti Paesi con bombe atomiche al di fuori di qualunque ispezione, di qualunque monitoraggio, di qualunque possibilità di saperne di più. Possiamo senza dubbio affermare che Obama ha voluto questa intesa anche per sperare una collaborazione contro il terrorismo, come tutti i paesi dovrebbero dare una mano, ma in realtà non è così, perché poi si trovano nazioni dell’alleanza antiterrorismo che finanziano, sostengono e nutrono gruppi come ISIS ed Al qaeda.

Veniamo ai rapporti tra il nostro Paese e l’Iran. Le imprese italiane in realtà sono state particolarmente rispettose dei vincoli dell’embargo, come hanno riferito i diplomatci italiani. Le imprese italiane sono state particolarmente timorose a trasgredire le sanzioni economiche, cosa che non hanno più esportato nemmeno le scarpe che sicuramente non servono per fare la bomba atomica. A questo punto quanto tempo passerà affinché i rapporti economici tra l’Italia e Iran riprendono un discorso di interscambio? Certamente non sarà realizzato con un semplice clik, ma è lecito pensare che l’Iran sia un Paese con un altissimo grado di istruzione, come detto, per il suo trascorso storico, giovani e soprattutto donne, differenza con il resto dei Paesi arabi, hanno un istruzione superiore alla norma, infatti le donne sono il 65% degli studenti universitari, un dato che evidenzia il grado di progresso del Paese, un progresso che deve essere finalizzato anche per i diritti umani.